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2021

«Se il vaccino funziona, perché si ammalano anche i vaccinati? Perché crescono di nuovo i contagi? Quante dosi dovremo fare, prima di essere definitivamente immunizzati? E quanto dovremo aspettare, perché il virus scompaia e noi torniamo come prima?». Lungi dall’essere domande che si pongono soltanto i No-Vax, questi sono dubbi che assillano tutti noi, soprattutto con l’ennesima recrudescenza del virus. Per tentare di rispondere a queste domande può essere utile rivedere brevemente cos’è successo al mondo negli ultimi due secoli, a partire da quel 14 maggio 1796 in cui Edward Jenner iniettò a un bambino il virus di una vacca infetta di vaiolo vaccino, da cui la cura prese il nome. […]

La follia di chi dice che il vaccino non serve (La Stampa, 22/12/21)

Bisogna ammettere che il ministro Cingolani, da bravo scienziato, ci sta abituando a sentir dire cose sensate che i politici non solo non dicono, ma spesso nemmeno pensano o capiscono. Gli studenti del venerdì e gli ambientalisti della domenica a volte lo accusano di non essere un buon ministro e ne chiedono le dimissioni, forse perché non ricordano che il suo è il ministero della Transizione ecologica, e non dell’Ecologia. Cioè, il compito del ministro non è dire utopisticamente cose politicamente corrette, ma agire realisticamente in modi scientificamente corretti, con l’obiettivo di trasformare un Paese che non è per nulla ecologico in uno che lo sia un po’ di più. […]

Nello scontro sul nucleare sto con Cingolani (La Stampa, 15/12/21)

Il convegno dei No Green Pass che si terrà al Carignano prevede sul palco la presenza di un drappello di irriducibili intellettuali impegnati, che chiunque considererebbe uomini di cultura: in particolare, i docenti universitari Agamben, Cacciari e Mattei, oltre all’ex dirigente Rai e massmediologo Freccero.  Per dirla con il ministro Cingolani, tutti questi luminari conoscono perfettamente le date e i fatti delle Guerre Puniche, e sono ferrati in filosofia e diritto. Eppure, per loro come per tanti altri, un’ottima cultura umanistica si è rivelata inutile e insufficiente per l’interpretazione del mondo moderno, e sta fornendo (volente o nolente) una copertura alle becere rivendicazioni dei No-Vax e dei No-Brain, che a loro volta vengono cavalcate dai partiti di destra. […]

Gli umanisti No-Vax e il senso di vergogna (La Stampa, 7/12/21)

Nel decimo libro della Storia naturale, dedicato agli uccelli, Plinio accenna anche agli storni. Anzitutto, al loro volo: «È tipico degli storni volare in stormi di forma sferica, tenendosi tutti stretti verso il centro». E poi, ai loro suoni: «I giovani Cesari (Britannico e Nerone) hanno degli storni e degli usignoli che imparano il greco e il latino: vengono addestrati continuamente, e ogni giorno ripetono nuove parole e frasi più lunghe. Si insegna loro in luoghi tranquilli e senza gente, perché non fraintendano ciò che l’istruttore dice loro, incoraggiandoli e blandendoli con del cibo». […]

Nel volo degli storni ritroviamo il disordinato ordine delle cose (Domani, 26/11/21)

Einstein e Kafka si sono mai veramente incontrati? Sembrerebbe di sì, almeno stando a un paio di libri recenti, che fin dal titolo promettono di raccontare Quando Einstein incontrò Kafka: uno dello scozzese James Know Whittet (2012), e l’altro dello spagnolo Diego Moldes (2019). In realtà, molto dipende dal significato che si dà al verbo “incontrare”, ma sicuramente c’erano le premesse perché un incontro avvenisse per davvero. Infatti, tra il 1911 e il 1912 Einstein visse per sedici mesi a Praga, dove aveva ricevuto una cattedra. […]

L’incontro tra Einstein e Kafka è vero solo nel mondo dei sogni (Domani, 11/11/21)

La povera Greta Thunberg, per la prima volta nella sua breve vita pubblica, ha scoperto di non essere più la beniamina dei potenti della Terra. Non è stata invitata al Cop26, e abituata com’era agli osanna dei leader mondiali, è stata costretta a passare dall’altra parte della barricata, tra i manifestanti che faticano a farsi sentire dai capi di Stato e dai ministri. Ora diventerà simpatica a chi era antipatica, visto che è diventata antipatica a chi era simpatica. […]

Greta accusa, ma nessuno ascolta (La Stampa, 6/11/21). Vedi un commento qui.

L’Oscar per il miglior documentario è stato assegnato nel 2021 a Il mio amico in fondo al mare (2020), una produzione Netflix che narra la storia della singolare relazione tra il sudafricano Craig Foster e un polpo: un rapporto forse meglio descritto dal titolo originale del documentario, che era My octopus teacher, o “La mia insegnante-polpo”. Per un intero anno, infatti, il naturalista si è immerso ogni giorno in apnea nelle acque di una baia vicino a Cape Town e ha seguito da vicino la vita quotidiana di un polpo femmina, riuscendo a stabilire una sorta di “incontro ravvicinato del terzo tipo” con un essere veramente alieno. […]

Cosa può insegnare all’uomo la vita e la morte di un polpo (Domani, 25/10/21)

Il professor Barbero, da storico, avrebbe dovuto sapere che rischiava reazioni pavloviane a parlare del ruolo sociale delle donne. Se non fosse stato un esperto di Medioevo antico, ma di femminismo americano moderno, avrebbe saputo che da decenni quest’ultimo si lamenta che persino la parola history sia maschilista (a causa del prefisso his, che significa «suo», al maschile), e propone di passare a una femminista herstory! In italiano, oltre che in latino e in greco, «storia» è invece femminile, ma nessun uomo se n’è mai lamentato, proponendo di passare a «storio»… Chi pensa che sia tutto uno scherzo, cerchi su Wikipedia inglese herstory e vedrà. […]

Donne, non mirate alla parità, ma a batterci per competenza (La Stampa, 23/10/21)

L’11 novembre ricorre il bicentenario della nascita di Fëdor Dostoevskij: un anniversario penalizzato dall’eccesso di celebrazioni dantesche di quest’anno. Per ricordare l’opera del grande romanziere russo, vale la pena ripercorrere la genesi del suo ultimo e più famoso romanzo, la prima traccia del quale si trova in un abbozzo del 13 settembre 1874, intitolato “Dramma a Tobolsk”, e ispirato a un fatto avvenuto nel 1845 nell’omonima città della Siberia. Il padre di un ufficiale dell’esercito di nome Dimitrij Ilinskij era sparito misteriosamente, e il suo cadavere era poi ricomparso dopo qualche tempo. In seguito a un processo indiziario il militare era stato condannato a vent’anni di lavori forzati e mandato a scontare la pena nel campo di concentramento di Omsk, a qualche centinaio di chilometri di distanza. […]

Il grande romanzo dei parricidi fatto di colpevoli e peccatori (Domani, 17/10/21)

Anche senza dati precisi al riguardo, si può immaginare che la quasi totalità di coloro che manifestano contro il Green Pass non siano vaccinati: dunque, negano per varie “ragioni” la validità scientifica al vaccino, e a volte rimuovono anche l’evidenza della malattia, incuranti del dato tombale che a oggi registra quasi 5 milioni di morti di Covid nel mondo, dei quali 131.157 in Italia. Con questi soggetti è inutile discutere. Sono come i passeggeri di una nave che sta naufragando, o di un aereo che sta precipitando, che rifiutano ottusamente il salvagente o il paracadute perché non sono sicuri che siano stati adeguatamente collaudati dai fornitori. […]

Ora i no-pass ci diano la ricetta antivirus (La Stampa, 16/10/21)

Digitando la parola «infinito» su Google, si ottengono decine di milioni di risultati, molti dei quali rimandano fin da subito alla famosa poesia di Leopardi, intitolata appunto L’infinito. Peccato che Leopardi stesso non credesse all’esistenza dell’infinito, e dicesse esplicitamente nello Zibaldone: «Non solo la facoltà conoscitiva, o quella di amare, ma neanche l’immaginazione è capace dell’infinito, ma solo dell’indefinito». E aggiungesse: «Circa le sensazioni che piacciono per il solo indefinito, puoi vedere il mio idillio sull’infinito». […]

Si fa presto a dire infinito (La Stampa, 5/10/21)

Le celebrazioni dantesche, che in teoria avrebbero dovuto rallegrare il settimo centenario della morte del poeta, in pratica ci hanno spesso inferto lugubri autopsie storico-critiche di un poeta morto e sepolto, invece di liete rianimazioni linguistiche di un bel poema addormentato nella selva. D’altronde, come gli indovini del Canto XX dell’Inferno, gli storici e i critici sono condannati dalla loro stessa professione a camminare in retromarcia, con la testa orrendamente girata all’indietro verso il passato e i trapassati. […]

Dante come esperimento di letteratura potenziale (Domani, 5/10/21)

Era ora! YouTube ha finalmente deciso di bandire dal suo canale tutti i video no-vax: non solamente quelli negazionisti nei confronti dei vaccini per il Covid, ma più in generale tutti i video che continuano a diffondere “notizie false e tendenziose” sui vaccini approvati dalla comunità scientifica internazionale. Ad esempio, la bufala inventata nel 1998 dall’allora medico Andrew Wakefield, secondo la quale il vaccino trivalente Mpr (morbillo, parotite e rosolia) provocherebbe l’autismo e altre malattie.  […]

YouTube sceglie verità e scienza (La Stampa, 2/10/21), Vedi un commento qui.

Chissà se le ultime dichiarazioni di papa Francesco riusciranno finalmente a dissolvere la falsa aureola di progressismo che lo circonda da otto anni, nonostante l’evidenza contraria della sua storia personale precedente il pontificato, e dei suoi atti pubblici successivi alla sua elezione. Uno dei fraintendimenti che ha generato fin dagli inizi quell’aureola è stata la sua famosa frase: “Chi sono io per giudicare un gay?”, immediatamente interpretata dai media compiacenti come un’apertura verso gli omosessuali e un preludio all’accettazione dei loro matrimoni. […]

Il papa e l’aborto, viva il Medioevo (La Stampa, 18/09/18). Vedi un commento qui.

Ci mancavano soltanto i docenti universitari, a dar man forte al popolo dei no-vax, anche se molti dei firmatari del documento contro il Green Pass dichiarano di aver fatto il vaccino. Sembra che a questi ultimi, vaccinati ma non greenpassati, dia fastidio non l’iniezione, ma il pezzo di carta che la certifica. Lo storico Alessandro Barbero, addirittura, ha dichiarato che non sarebbe contrario all’obbligo vaccinale: lo è solo al Green Pass, con una logica troppo sottile perché un logico professionista possa comprenderla. Naturalmente, i no-vax se ne infischiano di questi distinguo: anche perché, altrimenti, non sarebbero no-vax, e capirebbero le ovvie distinzioni che ci sono fra gli obblighi autoritari imposti da un regime, e quelli imposti dalle circostanze. […]

Barbero e i prof aiutano i no-vax (La Stampa, 9/09/21). Vedi un commento qui, qui, qui, e qui.

Gli illuministi sapevano bene che i paesi ignoti o sconosciuti si osservano meglio da punti di vista lontani e distaccati, paragonandoli a paesi noti e conosciuti: ad esempio, nelle Lettere persiane (1721) Montesquieu fece osservare a due turisti persiani la Francia dall’interno, e nelle Lettere inglesi (1734) Voltaire la fece osservare a un emigrato francese (lui stesso) dall’Inghilterra. Forse dovremmo ricordarcelo in questi giorni, quando cerchiamo di capire le faccende interne afghane, che la maggior parte di noi non conosce da vicino, e potrebbe aiutarci il paragonarle alle faccende interne italiane, che invece dovremmo conoscere meglio. Chi lo fa deve però mettere in conto che certi paragoni potrebbero non essere graditi in patria. […]

La sconfitta dell’impero neocoloniale in Afghanistan e le analogie con il 1945 (Domani, 4/09/21)

La Vienna di Wittgenstein (1996) di Allan Janik e Stephen Toulmin è un audace libro che presenta non solo un originale ritratto del filosofo austriaco, ma anche la variegata cornice fornita al suo pensiero dal mondo in cui nacque e si formò. In particolare, la Vienna asburgica a cavallo fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, che pullulava di interessanti personaggi con strane idee, della cui fauna Wittgenstein fu solo un esemplare. Seppur molto diversi fra loro, questi personaggi erano accomunati da un pensiero che mirava sostanzialmente a una svalutazione del sapere scientifico e oggettivo, dedotto dai “fatti”, e a una simultanea rivalutazione di quello umanistico e soggettivo, espresso nei “valori”. […]

Robert Musil incarna il conflitto tra scienza e umanesimo (Domani, 19/08/21)

Tra le grandi svolte che hanno segnato la storia dell’umanità, alcune sono state scientifiche, altre tecnologiche, altre ancora culturali. Ma forse nessuna è riuscita a unire tutte insieme le tre caratteristiche, quanto il computer. Sicuramente molti pensano[ che il computer sia stato inventato da Bill Gates e da Steve Jobs negli anni ‘80, e non sanno che i due americani non sono stati altro che i loro venditori. Ci vuole un informatico per sapere che in realtà il computer è nato in Inghilterra, e non negli Stati Uniti, anche se sicuramente molti informatici pensano che il computer l’abbia inventato Alan Turing negli anni ’30, e non sanno che quasi un secolo prima l’aveva già inventato un altro inglese, di nome Charles Babbage. […]

Babbage, il nonno del computer (La Stampa, 17/08/21). Vedi un commento qui.

Dopo tre secoli di colonialismo portoghese, il 7 settembre 1822 il Brasile dichiarò la propria indipendenza e divenne un vasto impero multietnico, con capitale Rio de Janeiro. Nel 1823 José Bonifácio, uno dei padri della nuova nazione, propose all’Assemblea costituente la costruzione di una nuova capitale, chiamata Brasilia e situata in posizione centrale nel paese, ma il piano rimase lettera morta, perché il re Pedro I dissolse l’Assemblea e fece arrestare il progressista Bonifácio. Nel 1889 suo figlio Pedro II, che aveva regnato per 58 anni, venne deposto, e la nuova Costituzione repubblicana e federalista ripropose l’idea di spostare la capitale all’interno. […]

Ci vuole un architetto per costruire una capitale (Domani, 13/08/21)

Le Olimpiadi moderne sono ovviamente ormai molto lontane dagli ideali del loro fondatore De Coubertin. Anzitutto, lui le aveva pensate a fine Ottocento per far dimenticare le rivalità nazionali, in particolare quelle che avevano portato nel 1870 a una guerra tra Francia e Prussia. Inoltre, per lui lo sport doveva essere un divertimento, e non una professione: dunque, alle Olimpiadi avrebbero dovuto partecipare solo i dilettanti. Infine, e conseguentemente, aveva sposato il motto (non suo, ma del vescovo anglicano Ethelbert Talbot): «L’importante non è vincere, ma partecipare». Naturalmente le utopie presto o tardi cedono il passo al realismo, e oggi nessuno condivide più quegli ideali.  […]

L’importante è non perdere (La Stampa, 9/08/21). Vedi un commento qui.

«Non c’è niente di più bello della Prospettiva Nevskij, almeno a Pietroburgo: per questa città la Prospettiva è tutto», scrive Nikolaj Gogol in apertura di uno dei suoi Racconti di Pietroburgo (1842), dedicato appunto all’analogo russo della Quinta Strada di New York. E continua descrivendo il mutare della Prospettiva durante il giorno, a seconda delle diverse classi sociali che la invadono la mattina andando al lavoro, a mezzogiorno uscendo da scuola, nel pomeriggio facendo le compere e la sera recandosi al teatro, all’opera o al balletto. Questo viale monumentale, progettato sul modello degli Champs-Élysées di Parigi, deriva il nome Nevskij dal fatto di congiungere in diagonale due punti di un’ampia ansa del fiume Neva: come la corda di un arco, si dice in Russia. […]

A San Pietroburgo, dove tutto è un problema di Prospettiva (Domani, 6/08/21)

Negli scorsi giorni la cronaca ha accomunato due intellettuali di rilievo del nostro paese, il filosofo Massimo Cacciari e lo scrittore Roberto Calasso: il primo, per un suo improvvido intervento sul supposto totalitarismo delle misure anti-covid, e il secondo, per la sua inaspettata morte, in coincidenza con la pubblicazione dei suoi due ultimi libri di memorie. Benché casuale nei fatti, il collegamento tra Cacciari e Calasso è in realtà causale dal punto di vista culturale, e non solo perché il secondo è l’editore di una dozzina di libri del primo. […]

Cacciari, Calasso e gli antiscienza (La Stampa, 1/08/21). Vedi un commento qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui.

Da Santa Marta un autobus locale, sul quale può capitare di sedere vicino a un “gallero” che tiene in grembo un paio di galli da combattimento, porta in un paio d’ore ad Aracataca, un paesino che lo scrittore Garcia Marquez ha reso famoso con il nome di Macondo. Molti lettori di Cent’anni di solitudine (1967) non sanno, infatti, che il mitico luogo descritto nella bibbia del realismo magico sudamericano partecipa della doppia natura di quello stesso movimento letterario. Cioè, da un lato, è tanto reale da essere addirittura stato invitato come paese ospite alla Fiera del libro di Bogotà nel 2015. E, dall’altro lato, è tanto immaginario da suscitare un’idea diversa in ciascun lettore del libro. […]

Un buen dia a Macondo, la città immaginaria di Garcia Marquez (Domani, 30/07/21)

In questo momento storico la tensione tra il politicamente e lo scientificamente corretto si manifesta con evidenza nei dibattiti sulle problematiche di genere, che si palleggiano fra le contrapposte posizioni delle “scienze” sociali e delle scienze naturali. La confusione deriva in parte proprio dal pessimo andazzo di chiamare “scienza” qualunque disciplina, comprese quelle che di scientifico non hanno proprio niente: né i metodi, né le posizioni. La differenza più radicale fra le “scienze” sociali e quelle naturali sta nel fatto che le prime, che sono spesso prede e vittime del post-modernismo, tendono a rifiutare qualunque categorizzazione, comprese quelle di genere. […]

La Zan contrappone “scienze” sociali e scienze naturali, non destra e sinistra (Domani, 24/07/21). Vedi un commento qui.

Che pena per un torinese, sia pure d’adozione, vedere l’altra sera in Piazza Castello un’adunata oceanica di no-vax e no-mask, e soprattutto di no-brain. Per di più,  congregati a qualche centinaio di metri da Via Po, dove meno di un secolo fa la scuola di medicina di Giuseppe Levi aveva studenti come Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini e Salvador Luria, che vinsero tutti e tre il premio Nobel in medicina. In America, ovviamente, visto che già ai tempi loro l’Italia in generale, e Torino in particolare, non erano i luoghi più
adatti a chi volesse pensare razionalmente e scientificamente. […]

No-vax, bamboccioni senza cervello (La Stampa, 24/07/21)

Le isole dei Caraibi sono, in massima parte, vulcaniche. Disseminati dalla Florida meridionale alla costa settentrionale di Cuba ci sono però interi arcipelaghi con migliaia di piccole isole coralline, piatte e circondate da mangrovie, chiamate in spagnolo cayos e in inglese keys. Dopo aver offerto rifugio ai bucanieri del passato, questi fazzoletti sabbiosi sono oggi diventati le basi dei terroristi dello sviluppo non sostenibile e i covi dei pirati del turismo di massa. […]

Sulle tracce di Hemingway tra le isole nella corrente (Domani, 23/07/21)

Nel suo editoriale di domenica il direttore non ha voluto scomodare lo scrittore Albert Camus, che sosteneva: «tutto quello che so della vita l’ho imparato su un campo di calcio». Vorrei però provare a scomodarlo io, per due motivi. Anzitutto, per ricordare che Camus ha imparato la vita in un paesino algerino, vergognandosi della sua povertà e della sua famiglia di coloni francesi: è ovvio che potesse trovare sui campi di calcio, in particolare, e tra la gente del luogo, in generale, ispirazioni migliori di quelle che poteva dargli una malintesa grandeur francese insegnatagli dalle donne di casa (quando lui aveva un anno il padre era morto in guerra, «per servire un paese che non era il suo»).

L’insopportabile sbornia da pallone (La Stampa, 14/07/21). Vedi un commento quiqui e qui.

Ricordo bene quando iniziò il mio rapporto con la comicità e la satira televisive: era metà dicembre 1987, probabilmente il 16 o il 17. Stavo per uscire per andare al cinema, quando sullo schermo acceso apparve Renzo Arbore, che aveva inaugurato da un paio di giorni la sua trasmissione Indietro tutta. Catturato dal tono surreale del  programma, rimasi in casa a guardare quella puntata, e molte della sessantina che seguirono. Nel 1985, ai tempi di Quelli della notte, io ero in sabbatico negli Stati Uniti: all’epoca non c’era la rete, e quando si stava lontani dall’Italia non si sapeva molto di ciò che vi succedeva. Né, confesso, a me importava particolarmente. Ma due anni dopo abboccai subito all’amo. […]

Anche ai matematici serve l’ironia per sopportare la vita (Domani, 8/07/21)

Sul ddl Zan gli schieramenti contrapposti sono da tempo al muro contro muro, e ciascuno ha i suoi dubbi sponsor: Salvini e il Vaticano, da una parte, e Fedez e la Ferragni, dall’altra. Chi abbia i modi eterei e raffinati di quest’ultima, può dire semplicemente che “fanno schifo tutti”, e finirla così. Ma nel frattempo a scompaginare le carte si è intromesso pure Renzi, sul quale si può peraltro pensarla allo stesso modo. Forse sarebbe però più sensato evitare di fare la ola per l’uno o per l’altro, come se le vicende parlamentari fossero un’estensione dei campionati di calcio. Sulle leggi non si dovrebbe tifare per una squadra, ma ragionare tranquillamente sulla teoria e sulla pratica di ciò che esse intendono regolamentare. […]

Né Vaticano, né Ferragni (La Stampa, 7/07/21). Vedi un commento qui.

Cerco di mettermi nei panni, alquanto scomodi, dell’ingenuo cittadino che si è recato a votare alle elezioni politiche del 2018, per scegliere tra i candidati quello che meglio lo potesse rappresentare in Parlamento. Undici milioni di questi cittadini hanno deciso di votare per il M5S, che da anni predicava di essere a favore della democrazia diretta, e prometteva di non effettuare alcuna scelta politica che non fosse stata approvata in rete dal suo popolo. Il Movimento aveva assicurato, fin dalla sua costituzione, che non avrebbe fatto alleanze con nessuno: al massimo poteva accettare i voti altrui su proposte proprie. Cioè, proponeva evangelicamente agli altri ciò che il Pd aveva chiesto a lui nel 2013, a ruoli invertiti. […]

La dittatura di Beppe Mao (La Stampa, 1/07/21). Vedi un commento qui  e qui.

Rispondendo all’intervento del Vaticano sulla legge Zan, il presidente del Consiglio ha dichiarato che «lo stato Italiano è laico e il Parlamento è libero», e i parroci di strada hanno accusato una manina di aver agito all’insaputa del papa. In realtà, il Vaticano ha semplicemente sollevato un dubbio di incostituzionalità, com’è nel suo pieno diritto, confermato implicitamente da Draghi. L’articolo 7 della Costituzione stabilisce infatti che i rapporti fra Stato e Chiesa siano regolati dal Concordato ereditato dal fascismo. […]

Ma non è colpa del Vaticano (La Stampa, 24/06/21). Vedi un commento qui, qui e qui.

Ieri su La Stampa un articolista, nascosto dietro l’ingombrante pseudonimo di Montesquieu, ha parlato degli articoli 49 e 67 della Costituzione, che recitano testualmente: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, e “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Si tratta di due articoli contraddittori. […]

Montesquieu e i poteri separati (La Stampa, 20/06/21)

Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso: ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. Dunque, non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”. Queste belle e famose parole del poeta inglese John Donne sono state scritte in una delle sue Meditazioni, in un tempo in cui meditare su ciò che succede era una pratica comune, caduta ormai in disuso. […]

La morte in funivia e la nostra coscienza (La Stampa, 30/05/21)

Il caso ha voluto che a reggere le sorti del governo ecclesiastico e statale in questo momento cruciale per la lotta alla pandemia in Italia siano due esponenti della cultura gesuitica: Jorge Mario Bergoglio direttamente, per ordinazione, e Mario Draghi indirettamente, per formazione. Il loro comportamento pubblico si adegua infatti perfettamente alla caratteristica principale dei gesuiti, che consiste nell’essere campioni  di un equilibrismo verbale che permette loro di parlare senza che si capisca cosa vogliono dire veramente, e spesso neppure se vogliano veramente dire qualcosa: dalle affermazioni sui gay di Bergoglio, a quelle sui dittatori di Draghi. […]

Per colpa dell’ignoranza antiscientista rischiamo una quarta ondata (Domani, 15/05/21)

Come succede con tutti i media, anche su Netflix si trovano spesso dei fiori rari, benché soffocati dalle inevitabili e inesauribili erbacce. Due di questi fiori rari sono le serie Grandi eventi della Seconda guerra mondiale a colori (2019) e Tokyo trial (2017): la prima è un documentario anglo-tedesco in dieci puntate sulle vicende salienti del conflitto, e la seconda una docufiction giapponese in quattro puntate sul processo ai gerarchi nipponici iniziato il 29 aprile 1946, esattamente tre quarti di secolo fa. Naturalmente, in questo lungo periodo sono stati girati innumerevoli film sulla Seconda guerra mondiale, che però sono sempre e solo dei film, appunto, e troppo spesso arrivano da Hollywood. […]

Bombe atomiche e processi: così la storia si studia su Netflix (Domani, 10/05/21)

L’intelligenza artificiale sta rapidamente entrando nelle nostre vite, e spesso i media ne parlano confondendo fra loro progetti e tecnologie di natura completamente diversa, che hanno però un aspetto comune: l’uso delle macchine per simulare o emulare artificialmente una realtà naturale. I principali filoni sono tre: la robotica, l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale, che si concentrano rispettivamente sulla simulazione del corpo, della mente e dell’ambiente esterno.

L’Intelligenza Artificiale sospesa fra sogni e incubi (Domani, 19/04/21)

Uno dei mantra del politicamente e tecnologicamente corretto è la cosiddetta “innovazione”, alla quale i politici e i tecnologi assegnano una valenza quasi taumaturgica. Il tempio da cui emana questo mantra è il ministero per l’Innovazione tecnologica, introdotto dal secondo governo Berlusconi nel 2001, reintrodotto dal secondo governo Conte nel 2019, e confermato dal governo Draghi nel 2021. I grandi guru insediati in questo tempio sono stati negli anni Lucio Stanca di Forza Italia, Luigi Nicolais del Partito Democratico, Renato Brunetta del Popolo delle Libertà, Paola Pisano del Movimento 5 Stelle e l’indipendente Vittorio Colao: tutti economisti, per la cronaca, eccetto il secondo, che è ingegnere. […]

Il mantra dell’innovazione si dimentica del miglioramento (Domani, 12/04/21)

Il 28 febbraio 1985, a un pranzo in onore di Joseph Campbell, il regista George Lucas dichiarò: «Anni fa iniziai a pensare a un film per bambini, perché volevo inventare una favola moderna. Scrissi molte bozze, senza saper bene cosa cercavo, ma poi lo trovai in L’eroe dai mille volti. Avevo provato a leggere di tutto, da Freud a Paperino, ma quello fu il primo libro che mi spiegò cosa dovevo fare: era già tutto lì, da millenni, e Campbell me lo mostrò. Se non mi fossi imbattuto nelle sue opere, probabilmente oggi starei ancora
scrivendo Star Wars. A volte per un lettore i libri sono più importanti degli autori, ma per me non è stato così: Campbell è il mio vero Yoda».

Soltanto Joseph Campbell ci ha fatto capire Star Wars (Domani, 6/04/21)

Il 25 marzo, festa solenne del Dantedì, la Germania si è macchiata del crimine di lesa maestà contro il nostro Altissimo Poeta. O almeno, così sembrava dai titoli dei giornali nostrani, che reagivano pavlovianamente a un articolo del Frankfurter Rundschau. La Lega ha addirittura sollevato il caso al parlamento europeo, cogliendo l’occasione per tirar acqua al proprio mulino: lamentando, cioè, che gli olandesi avessero censurato la Commedia in un’edizione ridotta per le scuole, togliendo Maometto dall’Inferno, dove invece Dante l’aveva messo tra i seminatori di discordie (cioè, paradossalmente, nello stesso girone destinato ai leghisti). […]

Dante non è poi così sommo, ma non ditelo ai dantisti (Domani, 30/03/21). Vedi una risposta qui.

L’8 febbraio 2021 è morto a Parigi, a 89 anni, l’uomo che ha contribuito più di tutti a diffondere in occidente la conoscenza del più grande libro che sia mai stato scritto: il Mahabharata, o “Mega Bharateide”, una sorta di incrocio indiano tra i testi sacri della Bibbia e del Corano e quelli profani di Omero e Shakespeare, ma di lunghezza maggiore di tutte queste opere messe insieme. In una parola, il libro che l’umanità dovrebbe assolutamente salvare, se fosse costretta a scegliere di salvarne uno solo. […]

E’ meraviglioso smarrirsi nel grande romanzo dell’India (Domani, 18/03/21)

Uno dei miti pitagorici più noti immaginava che nel loro movimento cosmico i pianeti producessero un suono, diverso a seconda delle loro velocità e delle loro distanze. Tutti insieme questi suoni costituivano la cosiddetta “musica delle sfere”, percepibile soltanto in due momenti: quando il moto cosmico iniziò, e quando cesserà. Ma perché mai nel mezzo noi non potremmo sentire questa musica, pur udendola? Volendo dare un senso a un mito, che è insensato per sua stessa natura, la risposta sarebbe semplice: perché i nostri sensi si assuefanno agli stimoli, e dopo un certo tempo smettono di percepirne la presenza, salvo poi accorgersi paradossalmente della loro assenza nel momento in cui essi cessano. […]

Non siamo nel mitologico 2021, ma nel 337 dell’era scientifica (Domani, 13/03/21)

«Nel mezzo del cammin di nostra vita»: la DivinaCommedia inizia così, con un errore! Dante immaginava che la vita durasse settant’anni, e ne aveva 35 nel 1300, l’anno del suo fantasioso viaggio mentale nell’aldilà. Pensava di essere solo a metà del proprio cammino nell’aldiquà, e invece era già quasi a due terzi: morì nel 1321, a 56 anni, commettendo un errore di valutazione del 20 per cento, che mette in guardia fin da sùbito dall’illusione di trovare nella Commedia delle verità fattuali. […]

Ci sono più cose in Dante di quelle sognate dagli umanisti (Domani, 27/02/21)

«Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere». Chi non ha mai sentito questo enigmatico e famoso aforisma? Chi non l’ha mai usato a sproposito, credendo che volesse banalmente dire: «Se non sai di cosa parli, è meglio che tu stia zitto?» E chi saprebbe dire chi l’ha pronunciato, quando, dove e perché? Il 2021 è il momento giusto per rispondere a queste domande, visto che l’aforisma vide la luce nel 1921, esattamente un secolo fa, come frase conclusiva della più importante e influente opera filosofica del Novecento, intitolata in tedesco Trattato logico-filosofico, ma oggi nota con il titolo dell’edizione inglese uscita l’anno dopo: Tractatus Logico-Philosophicus, che in latino fa subito più figo. Soprattutto in Inghilterra, dove non si riesce neppure a pronunciarlo. […]

Nella filosofia di Wittgenstein non tutto si esprime a parole (Domani, 21/02/21  e 12/06/21)

Nell’ultima parte di Guerra e pace il conte Tolstoj, terminando di raccontare la sua storia, medita a lungo sulla Storia, e mette in guardia il lettore dal pensare che i resoconti degli avvenimenti si possano ridurre ai pettegolezzi sui protagonisti, per quanto piacevoli e interessanti. Se dietro all’imperatore Napoleone e allo zar Alessandro non ci fossero stati gli eserciti e le popolazioni, l’epica guerra si sarebbe ridotta a un banale duello. Ma, soprattutto, se nelle azioni degli individui e delle masse lo scrittore non fosse riuscito a individuare la spinta delle leggi della Storia, il suo racconto non avrebbe potuto elevarsi sopra le miserie della cronaca. […]

Le leggi matematiche di una crisi di governo (Domani, 14/02/21)

Una ventina di anni fa il produttore, regista e sceneggiatore Jeffrey Abrams, noto per la serie televisiva Lost e per un paio di episodi della saga cinematografica Star Wars, notò su una panchina dell’aeroporto di Los Angeles una copia di un romanzo, sulla cui prima pagina stava scritto a penna:«Se trovi questo libro, leggilo, e poi lascialo da qualche parte per qualcun altro». Abrams pensò allora che forse era possibile instaurare un vero e proprio dialogo, reale o immaginario, fra persone che scrivono sui margini di un libro. […]

Gli enigmi nascosti fra i margini della Nave di Teseo (Domani, 10/02/21)

Martin Scorsese, che tutti conoscono come regista per i suoi molti film di grande successo, è meno noto come divulgatore per i suoi molti raffinati documentari, che spaziano dalla storia del cinema americano e italiano al panorama etnico e culturale newyorchese. I più variopinti di questi documentari riguardano la musica popolare: dai concerti The Last Waltz (1978) della Band e Shine a Light (2008) dei Rolling Stones, alle biografie No Direction Home (2005) di Bob Dylan e Living in the Material World (2011) di George Harrison. L’ultimo capitolo di questa singolare storia musicale raccontata da Scorsese è Rolling Thunder Revue (2019), uscito poco più di un anno fa su Netflix, che costituisce un caso a sé per l’interesse. […]

Il teorema poetico di Bob Dylan nella rievocazione di Scorsese (Domani, 4/02/21)

La recente crisi di governo ha ribadito lo squallore della nostra politica, e dunque del paese che essa fedelmente rappresenta. Se fosse una bella favola, potremmo dire che “il re è  nudo”,ma vivendo una brutta realtà, dobbiamo limitarci a osservare che il presidente del Consiglio è in mutande, anche se queste non riescono a nascondere molte delle sue e nostre vergogne. La prima a saltare agli occhi è la possibilità che il Senato conceda la fiducia a un governo anche a maggioranza semplice. Grazie all’articolo107 del suo regolamento, infatti, per il calcolo del numero legale si conteggiano tutti i presenti,  compresi quelli che si astengono, mentre per il calcolo della maggioranza necessaria per approvare i provvedimenti si conteggiano soltanto i votanti. […]

Le maggioranze squalificate del sistema politico italiano (Domani, 25/01/21)

Il presidente eletto Joe Biden ha reagito alla manifestazione pro Trump del 6 gennaio dicendo che «le scene di caos al Campidoglio non riflettono la vera America», implicando che ci sia appunto una vera America, contrapposta a una falsa. Da parte loro, i media nostrani sono stati quasi unanimi nel definire l’episodio come «un attacco alla democrazia americana», implicando questa volta che gli Stati Uniti siano effettivamente democratici. Entrambe le reazioni sollevano problemi filosofici interessanti, riconducibili all’uso e all’abuso di concetti metafisici quali “verità” e “democrazia” nella descrizione della realtà politica. […]

Il mito della democrazia negli Stati Uniti d’America (Domani, 17/01/21)

Il ritorno al pensiero magico causato dall’ignoranza scientifica è uno dei sintomi del nostro regresso allo stato di «selvaggi che vivono in un villaggio globale», come scrisse Marshall McLuhan nel 1973. E i moderni selvaggi non possono che comportarsi come quelli antichi, accontentandosi di attribuire cause infantili e superstiziose agli effetti tecnologici che non comprendono: di qui il monopolio della gestione della vita politica, sociale e culturale affidato a operatori scientificamente ignoranti, da una popolazione altrettanto ignorante e nella quale ormai dilagano luddismo, complottismo e negazionismo scientifici. […]

Così l’ignoranza sui vaccini ha stregato i selvaggi moderni (Domani, 9/01/21)

Borges ha ripetuto più volte, ad esempio nelle lezioni tenute a Harvard su L’artigianato del verso (1968–1969), che la letteratura non è altro che un’immensa serie di variazioni su tre grandi temi: l’amore, il viaggio e la guerra. Anche quando hanno pretese di originalità, gli scrittori non farebbero dunque altro che ripetere sempre le stesse storie: chi meglio, come Omero o Tolstoj, e chi peggio, come tutti gli altri. Lo stesso si potrebbe dire per le storie di fantascienza spaziale, che hanno avuto i loro capolavori omerici nei due film 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick e Solaris (1972) di Andrej Tarkovskij, basati sui due omonimi romanzi di Arthur Clarke e Stanislav Lem. […]

Altro che gli esopianeti di Netflix. La fantascienza è roba da scienziati (Domani, 2/01/21)

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2018

Secondo Silvio Berlusconi, il governo gialloverde è “il più sbilanciato a sinistra della storia del Paese”. Poiché però il leader di Forza Italia è notoriamente ossessionato dai comunisti, che secondo lui sono insediati in ogni luogo e responsabili di ogni male, la sua opinione non va presa troppo seriamente. Ma può fornire lo spunto per ricercare analogie tra ciò che è successo a Palazzo Chigi dopo il 1° giugno 2018, con il governo del cambiamento italiano, e ciò che è accaduto allo Smolnij e al Cremlino dopo il 7 novembre 1917, con il governo rivoluzionario russo. […]
Il governo M5S-Lega e il barbiere di Lenin (Il Fatto Quotidiano – 3/11/18)

Dopo una conversazione Vint Cerf, sempre impeccabile in un completo a tre pezzi, con il fazzoletto nel taschino e la spilla sulla cravatta, porge al suo interlocutore il proprio biglietto da visita: “Vicepresidente di Google e Sommo Evangelista di Internet”. La comunità informatica definisce Cerf il “padre di Internet”, l’ha premiato con il premio Turing nel 2004 e gli ha conferito una trentina di lauree honoris causa in tutto il mondo. […]
Così ho inventato Internet e lo porterò su altri pianeti (Il Fatto Quotidiano – 29/09/18)

Le vie diritte e le strade tortuose sono l’analogo urbanistico delle rette e delle curve matematiche, così come le piazze e i parchi lo sono dei piani e delle superfici. Sarebbe dunque naturale dedicare almeno alcuni di questi luoghi geometrici delle città ai grandi matematici del Paese, mentre invece sono in genere gli statisti e i politici, o al massimo gli scrittori e gli artisti, a venire in mente ai sindaci e ai consiglieri comunali che si sbizzarriscono nella scelta dei toponimi urbani. […]
Volterra, che disse no alla “razza” (Il Fatto Quotidiano – 20/09/18)

Quando si pensa al ’68, di cui quest’anno si celebra il cinquantenario, si ricordano soprattutto gli eventi politici e sociali che i giornali e le televisioni avevano portato alla ribalta. Ce n’è per tutti i gusti: o meglio, per tutti, meno quelli scientifici. Eppure almeno due eventi, uno tecnologico e uno culturale, non solo non sfigurerebbero tra gli altri della lista, ma ne farebbero sfigurare molti di quell’anno formidabile. Si tratta, da un lato, della missione Apollo 8, che ci portò per la prima volta vicino alla Luna, facendoci vedere da lontano l’insignificanza cosmica di quell’“aiuola che ci fa tanto feroci”. E, dall’altro lato, del libro La doppia elica di James Watson, che ci fece invece vedere da vicino la scienza nuda e cruda. […]
Il Sessantotto della scienza (Il Fatto Quotidiano – 13/09/18)

Da molti mesi in Myanmar la minoranza musulmana Rohingya viene perseguitata e repressa dal governo insediatosi due anni fa, il cui “uomo forte”è paradossalmente una minuta donna. Ma il paradosso nonsta tantonella disparità tra l’apparenza e la sostanza della signora Aung San Suu Kyi, quanto nella discrasia tra la violenza perpetrata dal suo governo e il premio Nobel per la Pace a lei assegnato nel 1991. […]
Cattivi testimonial e Nobel improvvisati (Il Fatto Quotidiano – 4/09/18)

Un paio di giorni fa Davide Barillari, consigliere regionale M5S alla Regione Lazio, ha postato su Facebook queste “dichiarazioni armate” nei confronti della scienza: “La politica viene prima della scienza. I politici devono ascoltare la scienza, collaborare, non farsi ordinare dalla scienza cosa è giusto e cosa è sbagliato, accettando le parole della scienza mainstream come dogmi religiosi. Perché la scienza deve essere democratica, e quindi deve ascoltare tutti: compresi ricercatori e scienziati che, con dati alla mano, contestano il dogma ufficiale”. […]
Il “pi greco” e i “primati” della politica (Il Fatto Quotidiano – 10/08/18)

Nel 1958 un matematico italiano, Ennio de Giorgi, risolse un importante problema aperto da mezzo secolo e sfiorò la medaglia Fields. L’avrebbe probabilmente vinta, se non avesse tagliato il traguardo quasi simultaneamente a un altro matematico statunitense, di nome John Nash. Il risultato fu che non la vinse nessuno dei due, anche se il secondo nel 1992 ricevette come “premio di consolazione” il Nobel per l’economia, dopo una vita avventurosa e tragica raccontata nel famoso film A beautiful mind. Nel 2018, 60 anni dopo, unaltro matematicoitaliano, Alessio Figalli, “nipote” intellettuale di De Giorgi, in quanto allievo del suo allievo Luigi Ambrosio, ha raggiunto il traguardo sfuggito per un pelo al “nonno”. […]
Il “percorso ottimale” del matematico (Il Fatto Quotidiano – 2/08/18)

Si apre il 1 agosto a Rio de Janeiro il Congresso Internazionale dei Matematici: una sorta di Olimpiade della matematica, che si tiene appunto ogni quattro anni in punti diversidella sferaterrestre. Le due manifestazioni sono praticamente coeve, essendosi tenutii primiGiochiOlimpici moderni ad Atene nell’aprile 1896, e il primo Congresso Internazionale a Zurigo nell’agosto 1897. Ed entrambe le manifestazioni assegnano un ristretto numero di ambiti premi, il più noto dei quali è per i matematici la medaglia Fields, sulla quale torneremo. […]
Matematici da Olimpiade (Il Fatto Quotidiano – 31/07/18)

Le dichiarazionidi Davide Casaleggio sulla democrazia, e le precisazioni del ministro Riccardo Fraccaro, hanno scatenato dure reazioni da parte delle formazioni politiche obsolete, dal Partito democratico a Forza Italia. In parte, come sempre succede nei comizi, si tratta di prese di posizioni che negano a priori qualunque valore a qualunque proposta possa venire dalla parte avversaria. E in parte, come spesso succede nelle discussioni, si tratta invece di fraintendimenti dovuti all’incapacità di ascoltare e capire, prima di rispondere a vanvera pavlovianamente. […]
Camere e web: ragioni e torti di Casaleggio (Il Fatto Quotidiano – 25/07/18)

Il teorico Osvaldo Soriano, che scrisse una raccolta di racconti intitolata Fútbol. Storie di calcio (Einaudi, 1998), parafrasò una volta Pascal dicendo che “il calcio ha ragioni misteriose, che la ragione non conosce”. Il pratico Lionel Messi, che ha vinto per 5 volte il Pallone d’Oro negli ultimi dieci anni, ha detto a sua volta che “il calcio è come l’orologeria, in cui il talento e l’eleganza non significano nulla, senza il rigore e la precisione”. La matematica può fornire un assist a entrambi gli argentini, rendendo meno misteriose le ragioni del calcio, che la ragione conosce benissimo, e confermando la presenza sul campo anche del rigore matematico e della precisione scientifica. […]
Il pallone, il caso e l’arte di Archimede (Il Fatto Quotidiano – 6/07/18)

“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra”. Così si legge all’inizio di uno dei Vangeli, gli stessi che Matteo Salvini ha sventolato durante un comizio nella scorsa campagna elettorale. Speriamo che l’idea di censire i rom non gli sia venuta da lì, altrimenti non si tratterebbe che di un primo passo per arrivare a censire tutta la terra, appunto. Per ora il neo ministro degli Interni si limita a voler sapere “da dove vengono, chi sono e dove devono andare” i rom. In questo caso la sua ispirazione potrebbe essere un quadro diGauguin, il cui titolo era Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? […]
Il Grande Fratello del censimento su base quotidiana (Il Fatto Quotidiano – 22/06/18)

A novembre del 1981 Vera Jarach, una delle madri di Plaza de Mayo, va a trovare a Buenos Aires Jorge Luis Borges. Oggetto del colloquio il suo racconto, La biblioteca di Babele. Ma l’oriunda italiana non si reca dallo scrittore per chiedergli lumi, bensì a darglieli. Poche settimane prima, sul supplemento culturale Tuttolibri della Stampa di Torino è uscito un articolo di Tullio Regge, La biblioteca di Borges mette in crisi anche l’Universo. Il fisico, rileggendo i dati di Borses, ha fatto i calcoli. […]
Il Nobel mai dato a un fisico geniale (Repubblica – 29/03/18)

Tra il 1863 e il 1905 Jules Verne pubblicò presso l’editore Hetzel una collana di 54 romanzi, ai quali si aggiunsero tra il 1905 e il 1919 altri otto titoli postumi, curati e completati dal figlio Michel. Questi 62 Viaggi straordinari costituiscono un genere d’avventura unico, più affine alla divulgazione scientifica che alla fantascienza letteraria, perché sempre saldamente ancorato alla realtà e alla ragione. Verne infatti non inventava, ma ricamava accuratamente su ciò che leggeva, ed estrapolava coscienziosamente da ciò che esisteva, richiedendo spesso la consulenza degli esperti. […]
Benvenuto sulla Luna, monsieur Verne I e II (Repubblica – 19/02/18)

I capelli di Whitfield Diffie sono ormai bianchi, ma la loro lunghezza fin oltre le spalle ricorda che colui che li porta è stato per mezzo secolo un ribelle. Non a caso, la sua storia è raccontata in un libro di Steven Levy intitolato Crypto: come i ribelli dei codici sconfissero il governo e salvarono la privacy nell’Era Digitale. Le armi con cui Diffie e il suo collega Martin Hellmann hanno combattuto la loro battaglia per la privacy contro l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA) statunitense sono state la crittografia a chiave pubblica e la firma digitale, che sono valse ad entrambi il premio Turing per l’informatica nel 2015. […]
Quando la rete era di noi ribelli (Repubblica – 8/01/18)

Quando si pensa a un matematico del passato sulle barricate viene subito in mente Evariste Galois, il precoce genio francese che morì a vent’anni in un duello, dopo aver ispirato una rivoluzione algebrica e partecipato a una rivoluzione politica. Quando si pensa invece a un matematico contemporaneo sulle barricate viene altrettanto subito in mente Stephen Smale, il poliedrico genio statunitense che mezzo secolo fa vinse la medaglia Fields, e a ottantasette anni continua a essere vulcanico e radicale come a venti. Qui ci parla del suo cinquantennale impegno politico. […]
La matematica è lotta per la libertà (Repubblica – 4/01/18)

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2017

A cercare di definire la coscienza sono stati dapprima i filosofi, poi gli psicologi e infine i neurofisiologi. Ora, nell’era digitale dei “cervelli elettronici”, è naturale che anche gli informatici se ne interessino, e abbiano qualcosa di significativo da dire al riguardo: ad esempio, sul problema se le macchine possano a loro volta essere coscienti. Uno di coloro che ci lavorano è l’americano Manuel Blum, vincitore del premio Turing nel 1995 per la teoria astratta della complessità di calcolo dei programmi, col quale abbiamo parlato al recente Meeting delle medaglie Fields di Heidelberg. […]
La coscienza dei robot (Repubblica – 28/12/17)

Perché mai festeggiare il centesimo numero di un settimanale come Origami? Poiché noi contiamo in base 10: le potenze della base ci appaiono dunque particolarmente significative, e 100 è la prima non banale. Per questo la ritroviamo in centinaia di occasioni, di cui ora centelliniamo qualche esempio. Nei compleanni si augura: “Cento di questi giorni!”. Quando scocca un secolo, non a caso chiamato century in inglese, si festeggia un centenario. Cento anni impiegò Noè a costruire l’arca, cento ne aveva Abramo quando generò Isacco, cent’anni durò l’omonima guerra tra Inglesi e Francesi nel XIV e XV secolo. Cento erano i fiori che dovevano sbocciare, e cento le scuole che dovevano gareggiare, nella campagna lanciata da Mao nel 1956. […]
100, istruzioni per l’uso (Origami – 3/11/18)

Nelle “Ricerche filosofiche” (1953) Ludwig Wittgenstein scrisse che se un leone potesse parlare non lo capiremmo, perché per capire qualcuno non basta parlare la sua stessa lingua: bisogna anche condividere il suo modo di vivere e di essere. Già gli uomini non capiscono le donne, i padri non capiscono i figli, gli occidentali non capiscono gli orientali, e gli umanisti non capiscono gli scientisti: figuriamoci se gli umani possono capire gli animali parlanti. O, peggio ancora, gli alieni. Eppure il programma Seti ricerca dal 1974 la “vita intelligente extraterrestre”. […]
Dimenticate E.T. Noi e gli alieni non ci troveremo mai (Repubblica – 11/10/17)

Che ci possano essere interazioni fra la matematica e l’informatica è pacifico: se non altro, perché l’ultima è nata da una costola della prima, in un Paradiso Terrestre a immagine e somiglianza della Silicon Valley. Ma che due discipline scientifiche possano avere qualcosa a che fare con l’umanesimo, in generale, e con l’arte, in particolare, è forse un’affermazione che richiede una giustificazione. Il miglior modo per giustificarla sta nel ripercorrere brevemente il cammino filogenetico del ménage à trois tra arte, matematica e informatica. […]
La matematica dei capolavori (Repubblica – 25/09/17)

Nel 1593 Keplero, ancora studente, ma già interessato alle cose celesti, si propose uno stimolante esperimento di pensiero: immaginare come si sarebbe vista la volta celeste se la si fosse osservata dalla Luna. Scrisse un breve saggio, intitolato “Astronomia lunare”, che lasciò a lungo nel cassetto per dedicarsi ad altre imprese. Pubblicò infatti nel 1596 il “Mistero cosmografico”, che proponeva una deduzione geometrica a priori della struttura del Sistema Solare. E nel 1609 l’”Astronomia nuova”, che annunciava al mondo la scoperta empirica a posteriori delle sue due prime leggi. […]
Così Keplero inventò la fantascienza (Repubblica – 11/09/17)

A volta Andrew Wiles, il matematico più famoso del mondo per la sua dimostrazione del teorema di Fermat, venne in Italia. Un rotocalco gli chiese un’intervista, ma a una condizione: parlare di tutto, meno che di matematica. La cosa ovviamente lo lasciò perplesso e divertito, visto che quello era l’unico argomento su cui sarebbe valsa la pena di intervistarlo. Ma era anche l’unico argomento che si poteva supporre i lettori avrebbero saltato a piè pari. Cosa spinge l’uomo comune a prendere immediatamente le distanze non solo dal matematico di professione, ma anche dal professore di matematica, confessando senza ritegno all’uno e all’altro: “Io non ho mai capito niente di matematica”? […]
Una rivoluzione copernicana per svecchiare l’insegnamento (Repubblica – 23/07/17)

Borges si domanda, nel racconto La biblioteca di Robinson (1940), quali sarebbero i tre libri che un naufrago vorrebbe avere su un’isola deserta, e si risponde così: “Per quel tragico uomo in isolamento nulla è tanto pericoloso quanto il ricordo. Libri di passione, libri di rapporti umani, non otterrebbero altro che farlo disperare. Dunque, niente libri che implichino il rapporto uomo-uomini. Niente libri che si lascino leggere facilmente e subito si esauriscano: solo libri che è necessario conquistare poco a poco, e che possono popolare gli anni identici. Propongo dunque questa lista: 1) un libro matematico (forse di Russell); 2) un libro metafisico (forse di Schopenhauer); 3) un libro di storia sufficientemente remota (forse di Plutarco)”. […]
La biblioteca di Robinson Crusoe (Repubblica – 16/07/16)

Blaise Pascal può aspirare alla beatificazione? La questione è nata dal confronto tra Eugenio Scalfari e papa Francesco pubblicato su Repubblica di sabato scorso. Scalfari si è rivolto a un papa che sembra poco interessato alle questioni dottrinali e ai pronunciamenti ex cathedra, e che per le sue dichiarazioni estemporanee è stato appunto spesso accusato o elogiato, a seconda dei gusti, di «essere protestante». Anzitutto, parlando di Pascal bisogna ricordare di avere a che fare con un genio. […]
Un genio dei numeri. Ma adatto agli altari? (Repubblica – 13/07/17)

Come i nostri maturandi negli ultimi giorni, anche il giovane Giacomo Leopardi veniva sottoposto a esami pubblici, benché a scuola non ci andasse. A occuparsi dell’educazione sua e dei suoi fratelli ci pensava infatti il loro padre, che era una specie di alter ego di Leopold Mozart. Era lui a scegliere i precettori: preti, visto che disdegnava le scuole pubbliche e laiche delle Marche, da poco uscite dallo Stato della Chiesa. Era lui a redigere personalmente alcuni dei loro libri di testo. […]
Leopardi bocciato all’esame di matematica (Repubblica – 5/07/17)

La bicicletta a ruote quadrate, che i maturandi hanno trovato ieri nella prova di matematica, è una metafora delle avversità della vita, che non sempre ci dota delle qualità necessarie per affrontarla al meglio: nella metafora, di una bicicletta a ruote tonde. Ma si dice anche che si è inventata una bicicletta a ruote quadrate quando una nuova invenzione ne ha peggiorato una vecchia, ma migliore: cosa che spesso fa la tecnologia, soprattutto quand’è ignara della propria storia. […]
La bici a ruote quadrate è una metafora della vita (Repubblica – 23/06/17)

Fëdor Dostoevskij soffriva di epilessia. Si racconta che abbia avuto il primo attacco l’8 giugno 1839, a diciott’anni, quando ricevette la notizia che il padre era stato ucciso dai propri contadini, esasperati dai suoi maltrattamenti. Non ci sono testimonianze serie al proposito, ma questo non impedì a Sigmund Freud di ricamarci sopra comunque, alla sua solita maniera, nel saggio Dostoevskij e il parricidio (1927). Le prime crisi accertate di epilessia lo scrittore le ebbe in seguito al trauma di una finta fucilazione, alla quale fu sottoposto il 23 dicembre 1849. […]
Il romanzo d’azzardo e l’errore di Dostoevskij (Repubblica – 12/06/17)

Ricordo bene il giorno in cui ho incontrato Giovanni Bignami. Era il 12 dicembre 2002, e partecipammo insieme a una puntata di Enigma per Rai3, condotta da Andrea Vianello. Era il “numero zero” della trasmissione, e l’argomento era “Il Gesù storico”. Lui ed io ci trovammo in “quota scienziati”, con un parterre di partecipanti in “quota credenti”, nessuno dei quali avevo mai incontrato, ma che avrei continuato a incrociare negli anni seguenti: Gianfranco Ravasi, Vittorio Messori, Franco Cardini e Pierluigi Baima Bollone. […]
La stella di Nanni Bignami (L’Espresso – 4/06/17)

In Guerra e pace (1869) Tolstoj non si limita a raccontare le gesta dell’imperatore francese Bonaparte e dello zar russo Alessandro, perché ritiene che concentrarsi sui grandi personaggi sia un buon modo per prendere abbagli sulla storia. Se ne dilettano gli storici, per comodità o per pigrizia, ma così facendo essi compiono, come dice Tolstoj stesso, l’errore di “riconoscere espressa nell’attività di un solo personaggio storico la volontà di tutti gli uomini”. […]
Matematici sul piede di guerra (Repubblica – 31/05/17)

Salire su una mongolfiera è un’esperienza straordinaria, perché volando tranquillamente, a bassa quota e a bassa velocità, possiamo sorvolare «l’aiuola che ci fa tanto feroci» a una distanza sufficiente sia per osservarne le bellezze, sia per dimenticarne le brutture. Un’esperienza ancora più “elevata” di quella suggerita da Lucrezio all’inizio del Secondo Libro del “De rerum natura”: «Dolce, quando i venti turbano le acque del mare ingrossato, rimanere spettatori da terra del travaglio dei naviganti. Non per godere delle disgrazie altrui, ma perché è dolce constatare di essere immuni dai loro tormenti». […]
Un matematico in mongolfiera alla caccia della Luna I e II (Repubblica – 22/05/17)

Un giorno Raymond Smullyan andò alla lavagna per una conferenza e disse: «O io ho una moneta tra le dita, o 2 più 2 fa 5». Poiché stava tenendo la moneta in mano, aveva detto il vero. Ma di colpo la moneta scomparve misteriosamente e Smullyan se ne tornò sornione al proprio posto. L’uditorio di logici capì immediatamente lo scherzo di cui era stato vittima. Mostrando la moneta, Smullyan aveva dimostrato la verità della propria affermazione basandosi sulla prima alternativa. Ma facendola sparire, diventava vera la seconda alternativa: dunque Smullyan aveva dimostrato che 2 più 2 fa 5. […]
Il logico matematico più divertente del mondo (Repubblica – 10/03/17)

Fin dal mito fondativo della sua storia, l’attività matematica si è suddivisa tra la ricerca e la divulgazione. Nella “Vita di Pitagora”, infatti, Porfirio racconta che «il maestro impartiva il proprio insegnamento a due categorie di persone: matematici e acusmatici. I matematici studiavano la parte più importante e approfondita della dottrina, mentre gli acusmatici si accontentavano dei fatti senza le spiegazioni». Il “matematico” era in greco un letterale “apprendista”, che imparava attivamente il mestiere. […]
Da Platone a Einstein, la vera scienza è dialogo (Repubblica – 3/03/17)

Stephen Hawking ha detto che ogni formula in un libro dimezza il numero dei potenziali lettori. Per l’editore o l’autore che sia interessato più a vendere che a divulgare, questo significa che un libro scientifico dovrebbe contenere il minor numero possibile di formule: idealmente, nessuna. Ma la cosa è tanto insensata quanto pretendere di parlare di musica senza far ascoltare nemmeno una nota, o di arte senza mostrare nemmeno un’immagine. Si finisce, cioè, per produrre solo fumo e niente arrosto. […]
L’equazione è tutto (Repubblica – 29/01/17)

Il 28 gennaio 1986 la navetta spaziale Challenger esplose in diretta televisiva, con l’equipaggio a bordo. Quattro mesi dopo Richard Feynman, in un’altra diretta televisiva, spiegò il disastro immergendo una delle guarnizioni di gomma della navetta in un bicchiere di acqua gelata e mostrando che si spaccava: uno smacco per la Nasa, ma un successo mediatico per lui. […]
Le geniali regole di un fisico bestiale (Repubblica – 15/01/17)

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Dalla Terra alle Lune (2017)

Questo libro è il resoconto di un viaggio cosmico dalla Terra alla Luna e oltre, tra i pianeti e i satelliti del Sistema Solare. A guidare la navicella è Piergiorgio Odifreddi, che ha arruolato come membri del suo equipaggio Plutarco, il grande storico e filosofo antico, Keplero, uno dei fondatori dell’astronomia moderna, e Huygens, il maggiore scienziato vissuto nel mezzo secolo che separò Keplero e Galileo da Newton.

Nel corso della sua missione Odifreddi traduce tre loro brevi capolavori, sorprendentemente legati l’uno all’altro, ne sottolinea le mirabili anticipazioni e gli intriganti errori, e non si lascia sfuggire l’occasione per spaziare dalla mitologia alla fantascienza, dalla letteratura al cinema, e dalle primordiali idee della fisica antica alle sofisticate fotografie dell’astronomia moderna.

Leggendo Il volto della Luna di Plutarco scopriamo quanto i Greci sapessero di meccanica e di ottica. Questa vasta conoscenza permise loro non solo di spiegare correttamente le eclissi e le maree, ma anche di affrontare scientificamente una serie di fantasiose problematiche umanistiche a proposito della Luna, dalla presenza dei mari all’esistenza dei Seleniti, partendo dalla domanda: perché la Luna ci appare come un volto umano?

Un millennio e mezzo dopo Keplero fu stimolato dalla lettura del Volto della Luna e ne trasse l’ispirazione per il proprio Sogno, che Borges considerò l’atto di nascita della fantascienza moderna. Nel suo racconto si pose un’altra stimolante domanda: come apparirebbe la Terra vista dalla Luna? E le diede la risposta corretta, oggi confermata dagli astronauti, ma largamente ignorata dal pubblico.

Mezzo secolo dopo Huygens prese a sua volta spunto dal Sogno, e nell’Osservatore cosmico si pose una domanda ancora più ambiziosa di quella di Keplero: come si vedrebbe il cielo dagli altri pianeti e satelliti del Sistema Solare? In particolare, da Saturno, del quale egli stesso aveva congetturato gli anelli, e da Titano, che aveva egli stesso scoperto?

Leggere questo libro significa dunque intraprendere un viaggio nel tempo storico e nello spazio cosmico insieme a Plutarco, Keplero e Huygens. Per secoli essi si sono limitati a conversare a distanza, ma ora Odifreddi li riunisce in una stessa navicella, e li mette a confronto in un’opera che coniuga l’umanesimo e la classicità con la scienza e la modernità. Buon countdown, dunque, e buon decollo per uno straordinario viaggio cosmico con un’equipaggio d’eccezione.

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2016

In un’intervista del 1967 Vladimir Nabokov diceva: “Lo scopo della critica letteraria è dire qualcosa su un libro che il critico ha letto, o non ha letto. La critica è istruttiva nel senso che fornisce al lettore, incluso l’autore del libro, qualche informazione sull’intelligenza del critico, sulla sua onestà, o su entrambe”. Lo stesso si può dire, mutatis mutandis, della divulgazione scientifica. Non è un caso che i migliori critici letterari siano gli scrittori, da Nabokov stesso a Jorge Luis Borges. Di nuovo, lo stesso si può dire della divulgazione scientifica, che raggiunge le proprie vette quando si alza in volo sulle ali dei protagonisti della ricerca.
Così si spiega l’insostenibile leggerezza dell’essere (Repubblica – 14/11/16)

Come ci ha spiegato Marshall McLuhan mezzo secolo fa, gli strumenti scientifici sono estensioni dei sensi. Essi permettono dunque di percepire il mondo in maniera più raffinata di quanto non sia possibile fare con i limitati mezzi di cui la Natura ci ha dotati. E una buona parte della storia della scienza si può raccontare attraverso le immagini che hanno scandito l’ampliarsi della nostra visione, sia letterale che metaforica. […]
I mille colori che narrano il micromondo (Repubblica – 26/10/16)

Viviamo in una sorta di “Matrix”? Il filosofo Hilary Putnam negli anni Ottanta ebbe un dubbio simile: “E se fossimo soltanto dei cervelli estratti dal corpo, tenuti in vita con sistemi sofisticati e attaccati a un computer che simula tutto il mondo che percepiamo, potremmo mai accorgerci di questo inganno?”. La risposta è “no”. E a mio avviso non ha senso chiederselo. […]
Siamo uomini o virtuali? (Repubblica – 23/10/16)

Einstein ci ha insegnato che lo spazio e il tempo non sono separati e costituiscono un tutto unico chiamato spazio-tempo, le cui parti si influenzano a vicenda. Lo conferma un viaggio fisico nello spazio in Uruguay, che corrisponde a un viaggio spirituale nel tempo. Non solo per noi europei di oggi, ma anche per un semiargentino semiuruguayano di ieri com’era Jorge Luis Borges, che già nel 1925 scriveva di Montevideo nell’omonima e nostalgica poesia: «Sei la Buenos Aires che avevamo, e si è allontanata quietamente negli anni. Una falsa porta nel tempo, le cui calli guardano al passato più lieve». […]
Darwin, Borges e Garibaldi nella terra degli spazi vuoti (Repubblica – 20/09/16)

Al termine della sua vita, a qualcuno che gli chiedeva cosa provava a essere stato il più grande scienziato mai esistito, Isaac Newton rispose: «A me sembra di essere stato solo un bambino che gioca sulla riva del mare e si diverte a trovare, ogni tanto, un sassolino un po’ più levigato o una conchiglia un po’ più graziosa del solito, mentre il grande oceano della verità gli si stende inesplorato davanti». Sulla scia di questa metafora i posteri di Newton hanno proposto un’immagine della conoscenza come di un’isola vulcanica che emerge dall’oceano della verità, appunto. […]
Ai limiti della matematica I, II e III (Repubblica – 8/09/16)

Nel primo volume dell’Uomo senza qualità (1930) l’autore-ingegnere Robert Musil fa dire al protagonista-matematico Ulrich: «Un uomo che vuole la verità, diventa scienziato. Un uomo che vuol lasciare libero gioco alla sua soggettività, può diventare scrittore. Ma che cosa deve fare un uomo che vuole qualcosa di intermedio fra i due?». Bel problema, che Musil stesso non ha affatto saputo a risolvere, non riuscendo a venire a capo del suo capolavoro e lasciandolo non a caso incompiuto. Due ovvie soluzioni sono possibili […]
Una matematica dal volto umano (Repubblica – 8/09/16)

Il Danubio e il Reno costituiscono un ottimo esempio dell’aspetto caratteristico della teoria del caos: il fatto, cioè, che piccole variazioni iniziali possono portare a grandi cambiamenti finali. Nello specifico, le sorgenti del Danubio si situano a soli cento metri (!) dal bacino del Reno, nella Foresta Nera. E già i cartografi di Carlo Magno si erano accorti che le parti navigabili dei due fiumi si sarebbero potute congiungere scavando un canale di soli tre chilometri tra loro affluenti. […]
In bicicletta lungo il Danubio, rincorrendo la teoria del caos (Repubblica – 1/09/16)

Uno sguardo alla carta geografica dei Caraibi mostra che le isole delle Antille sono disposte ad arco. A Nord stanno le poche e antiche Grandi Antille, disposte orizzontalmente: Cuba, Ispaniola (Haiti e Santo Domingo), Puerto Rico, Giamaica e Cayman. A Est ci sono invece le molte e recenti Piccole Antille, disposte verticalmente, che messe tutte insieme arrivano solo a un quarto della superficie delle Grandi Antille. Questa conformazione, lungi dall’essere casuale, ha precise cause geologiche. […]
Cuba, l’isola non allineata alla geometria delle Antille (Repubblica – 24/08/16)

Le città di solito crescono in maniera disordinata e costituiscono ottimi oggetti di studio per la teoria del caos. A volte, però, esiste una pianificazione che tende, almeno nelle intenzioni, a costruire una Città ideale di natura geometrica, come quella rappresentata in tre dipinti omonimi e anonimi di fine Quattrocento conservati a Urbino, Berlino e Baltimora e ispirati al trattato rinascimentale “Sull’architettura” di Leon Battista Alberti, che a sua volta riprendeva idealmente il discorso dell’omonimo trattato romano di Vitruvio. […]
E’ Manhattan la geometrica città ideale di Cartesio (Repubblica – 22/08/16)

Dublino è una città con molti dei vantaggi di Londra, primo fra tutti l’inglese, ma senza molti dei suoi svantaggi, primi fra tutti gli inglesi. Come si può immaginare, la repressione coloniale dell’Irlanda da parte dell’Inghilterra ha lasciato cicatrici profonde nel paese e nella sua cultura. È dunque paradossale che il sommo capolavoro della letteratura inglese del Novecento non soltanto sia un libro irlandese, ma abbia per protagonista un ragazzo che si ribella all’oppressione inglese. E per autore uno scrittore che lo scrisse in esilio dalla martoriata colonia. […]
Le formule dei quaternioni nascoste sui ponti di Dublino (Repubblica – 17/08/16)

Le sei “Lezioni americane” di Italo Calvino erano previste per l’autunno del 1985 all’Università di Harvard, ma lo scrittore morì il 19 settembre di quell’anno. Non furono dunque mai tenute, e sono rimaste incompiute: manca infatti l’ultima sulla “consistenza”, che Calvino pensava di scrivere negli Stati Uniti. Le altre cinque erano invece pronte al momento della sua morte, e riguardano la “leggerezza”, la “velocità”, l’“esattezza”, la “visibilità” e la “molteplicità”. […]
I segreti matematici di Calvino e Bach I e II (Repubblica – 23/07/16)

Negli anni Cinquanta, quando David Jones era un bambino, uscirono due libri di fantascienza che da adolescente lo fecero sognare, come fece d’altronde tutto il genere, perché sembravano parlare proprio di lui: “Starman Jones” di Robert Heinlein (1953) e “Il mondo che Jones creò”, di Philip Dick (1956). Il primo è un romanzo di formazione che racconta di un ragazzo che voleva diventare un astronauta. Il secondo è un romanzo distopico in cui compaiono mutanti umani ermafroditi che si guadagnano da vivere nell’industria dello spettacolo. Quei romanzi prefiguravano ciò che negli anni Settanta il giovane lettore David Jones sarebbe diventato, dopo aver cambiato il proprio nome in David Bowie. […]
Il senso di David Bowie per la scienza delle stelle I e II (Repubblica – 9/07/16)

Molti avranno visto per la prima volta il nome dell’artista Maurits Cornelius Escher nel titolo del bestseller di Douglas Hofstadter “Gödel, Escher, Bach” (Adelphi, 1984), unito a quello di un logico e di un musicista, e si saranno domandati quale potesse essere la connessione tra discipline così distanti fra loro. […]
La matematica nascosta dietro i capolavori di Escher (Repubblica – 24/06/16)

Dei diciotto capitoli del suo “Ulisse”, Joyce diceva di preferire il penultimo, intitolato “Itaca”, da lui chiamato affettuosamente «il brutto anatroccolo». In una lettera lo descrisse come «un catechismo matematico», in cui «tutti gli elementi si risolvono nei loro equivalenti fisico-cosmici». In un’altra lettera aggiunse che “Itaca” era «una sublimazione matematico-astronomico-fisico-meccanico-geometrico-chimica di Bloom e Stephen». E in una terza lettera concluse che «l’episodio dovrebbe essere letto da chi è fisico, matematico, astronomo e molte altre cose». […]
Quando Joyce prendeva ripetizioni di matematica (Repubblica – 16/06/16)

L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore è forse l’unico uomo al mondo al quale è riuscita una difficile impresa: vincere il premio Oscar e il premio Nobel, e per uno stesso motivo. Cioè, il suo lungometraggio
“Una scomoda verità”, che è stato premiato a Hollywood come miglior documentario nel 2006, e a Oslo per la pace nel 2007. Quel film registra una delle innumerevoli lezioni che Gore ha tenuto in giro per il mondo, per diffondere l’allarme sull’emergenza ecologica. […]
Se la Terra diventa il pianeta proibito (Repubblica – 8/06/16)

Il destino non è stato gentile con Aristotele, perché ha permesso che metà delle sue opere si perdesse: purtroppo la metà leggibile e divulgativa, scritta nello stile dei dialoghi platonici…[…]
Dai sillogismi ai computer sui sentieri della logica (Repubblica – 22/05/16)

Un poeta come Giacomo Leopardi ha scritto molti canti alla Luna ma nessun inno al Sole, perché trovava più bellezza nel colore soffuso e nascosto della notte che nello splendore accecante e palese del giorno. Un pittore come Claude Monet ha dipinto ninfee in uno stagno invece che scene di guerra su un campo di battaglia, perché era più toccato dalle presenze silenziose dei fiori che dagli affanni muscolari degli uomini. Un avventuriero come Pierre Loti ha perso la testa per una turca di nome Aziyadé e non per un’anonima ballerina francese di can-can, perché c’è più fascino in occhi celati dietro una grata che in gambe nude agitate su un palcoscenico. […]
Artematica I e II (Repubblica – 14/05/16)

Essendo più facili da scrivere e più leggeri da leggere dei libri di storia, i romanzi spesso ne invadono il campo: anche quando si tratta di raccontare la vita di matematici veramente esistiti. {…}
Trovare i numeri nel Paradiso (Repubblica – 24/04/16)

Natale del 1611. L’astronomo Giovanni Keplero guarda dalla finestra la neve che scende, e che quella notte gli impedirà di osservare il cielo stellato. Il suo sguardo, abituato a distinguere a occhio nudo le minime variazioni nei puntini luminosi delle stelle, nota che i fiocchi che si depositano sui vetri sono tutti diversi tra loro. Dunque, i cristalli di neve non si assomigliano affatto l’un l’altro, come le gocce d’acqua da cui si sono formati: al contrario, ciascuno di essi ha la propria forma individuale. E a questa prima sorpresa se ne aggiunge una seconda: tutti i fiocchi hanno in comune una simmetria esagonale, come se appartenessero a un’unica galassia di stelle a sei punte, infinitamente variegate. […]
Ode all’enigma dell’esagono I e II (Repubblica – 11/04/16)

Wole Soyinka è un attivista e scrittore nigeriano educato in Inghilterra negli anni ‘50, detenuto politico in Nigeria negli anni ‘60, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1986, esule e condannato a morte in contumacia negli anni ‘90, e professore di letteratura in molte università inglesi e statunitensi. È stato invitato al meeting interdisciplinare dei premi Nobel scientifici di Lindau nel 2015, dove ha tenuto un potente discorso contro l’attacco alla cultura perpetrato nel suo paese dagli estremisti islamici di Boko Haram. Ma accetta di parlare anche di matematica e scienza. […]
Vivo di parole, ma in carcere mi salvò la matematica (Repubblica – 9/01/16)

Richard Roberts è il vincitore del premio Nobel per la medicina del 1993 per la scoperta che il patrimonio genetico degli esseri viventi è suddiviso in due parti: una piccola, “codificante”, e una grande, in origine denominata come “spazzatura”, ma che con il passare del tempo si sta rivelando sottilmente depositaria di informazioni di alto livello. Roberts è attivamente impegnato nella diffusione del sapere scientifico, e al meeting interdisciplinare dei premi Nobel tenuto nel 2015 a Lindau ha lanciato un appello ai suoi colleghi affinché si coalizzino contro una delle grandi superstizioni del mondo moderno: l’idea, cioè, che gli organismi geneticamente modificati (ogm) siano da demonizzare- […]
Il metodo scientifico? Farsi capire dalle nonne (Repubblica – 6/01/16)

Una volta le tabelline non si studiavano a memoria. Non si studiavano proprio. Quelle prime forche caudine sotto cui ancora oggi devono passare gli alunni delle elementari, finendo inevitabilmente a odiare la matematica, secoli fa non servivano. I popoli antichi usavano infatti il pallottoliere, quando dovevano fare le operazioni matematiche. Il risultato però era che romani, greci e babilonesi avevano grandi difficoltà a fare moltiplicazioni e divisioni per via del modo in cui scrivevano le cifre. Non avevano regole semplici per fare le operazioni matematiche, per cui si affidavano tutti all’abaco. Mettevano in fila palline e pietruzze per fare quello che noi oggi facciamo a mente. […]
Tabelline: la svolta dello 0, con trucco (Repubblica – 3/01/16)

Saul Perlmutter ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2011 per aver scoperto che le galassie si allontanano fra loro a velocità crescente, e l’universo si espande dunque in maniera accelerata. È stata così confermata un’intuizione di Albert Einstein del 1917, sulla quale il grande fisico aveva avuto in seguito dei ripensamenti, arrivando a considerarla il più grande errore scientifico della sua vita. Perlmutter ha dimostrato che il vero errore di Einstein era stato l’aver creduto di essersi sbagliato. All’ultimo meeting dei premi Nobel, a Lindau, la sua conferenza ha però riguardato problemi più generali, come il valore didattico ed educativo del metodo scientifico. […]
La formula magica della scienza è l’errore (Repubblica – 2/01/16)

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Arte

Teatro

(2006) Matematico e impertinente, spettacolo teatrale (con Selene Khoo e Valentino Corvino)

(2008) Intervista impossibile a Galileo, audio completo ed estratto video, Auditorium di Roma (con Silvio Orlando)

(2012) Intervista impossibile a Galileo, Internet Festival di Pisa (con Alessandro Benvenuti)

(2013) Il mio Lucrezio, Festival di Letteratura di Mantova (con Valeria Solarino, solo audio)

(2014) Alice: la grammatica delle nuvole, Teatro Astra di Torino (con Davide Riondino)

(2016) Il mio Lucrezio, Giovediscienza di Torino (con Irene Ivaldi e Lamberto Curtoni)

(2016) Alice nel paese delle meraviglie, Repubblica delle Idee a Roma (con Davide Riondino)

(2017) Il mio Lucrezio, Umbria Green Festival di Terni (con Ilaria Falini e Marco Venturi)

(2019) Pitagora e Ipazia, tra mito e realtà, Matera 2019 (con Davide Riondino e Valeria Solarino)

Musica

(2002) Intervista a Pierre Boulez, Repubblica

(2002) Intervista a Philip Glass, Repubblica

(2004) Intervista a Karlheinz Stockhausen, Repubblica

(2005) Intervista a Maurizio Pollini

(2007) Matematica e musica, Vacances de l’Esprit di Riva degli Etruschi (vedi La matematica nell’arte)

(2007) La musica dei numeri, Vacances de l’Esprit di Riva degli Etruschi (con Roberto Cognazzo)

(2008) Intervista a Michael Nyman, Repubblica

(2009) Con Stockhausen nell’alto dei cieli, La Stampa

(2009) Il Quartetto per elicotteri di Stockhausen I, II e III, Auditorium di Roma (con Irvine Arditti)

(2012) La musica della matematica, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento (con Francesca Aste)

(2014) Piano mirroring, Olis Festival di Milano (con Alessandro Sironi)

(2014) L’ettagono e Il papiro di Rhind, Arena dei Templi di Paestum (da Epta, di e con Nicola Piovani)

(2015) Epta, Premio Merck di Roma (con Nicola Piovani)

(2015) Introduzione a The Planets di Gustav Holst, Castello Utveggio di Palermo (con l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo, diretti da Jonathan Stockhammer e Piero Monti)

(2016) Introduzione a due Contrappunti e due Suites di Bach, Biblioteca Comunale di Palermo (con l’Orchestra del Teatro Massimo, diretta da Ignazio Schifani)

(2016) I segreti matematici di Calvino e Bach I e II, Repubblica

(2016) Il senso di David Bowie per la scienza delle stelle I e II, Repubblica

(2017) La musica spiegata con la matematica, Repubblica@Scuola

(2017) Dialogo su matematica e musica, Repubblica delle Idee di Bologna (con Nicola Piovani)

(2018) Rompicapi musicali I e II, Tour in Puglia e Basilicata (con l’Orchestra della Magna Grecia, diretta da Maurizio Lomartire)

(2019) L’armonia dei numeri, Concert Hall Le Murate di Firenze

Pittura e scultura

(1998) Matematica e arte, GiovedìScienza di Torino

(2007) Matematica e pittura, Vacances de l’Esprit di Riva degli Etruschi (vedi La matematica nell’arte)

(2011) Mathematics and the arts, Royal Canadian Institute di Toronto (in english)

(2011) Il De Divina Proportione di Luca Pacioli I e II, Fiera del Libro di Torino

(2011) C’è spazio per tutti I, II e III, A regola d’arte di Caldogno

(2015) Breve storia dell’arte matematica, Ultimo Dvd della serie La matematica

(2015) Mathematics and the arts, School of Higher Economics di Mosca (in english)

(2015) Fatti e finzioni nella prospettiva I e II, Università di Modena e Reggio

(2017) Le prospettive dell’arte, Università di Matera

(2017) Conversazione su Arte e Scienza, Museo d’Arte di Lugano (con Tony Cragg)

(2017) C’è spazio per tutti, Festa di Scienza e Filosofia di Foligno

(2017) Art, mathematics and computer science, Laureate Forum di Heidelberg

Letteratura

(2006) I libri della mia vita (Dante, Russell, Sartre, Einstein e Borges), Radio3 (5 puntate)

(2007) Matematica e letteratura, Vacances de l’Esprit di Riva degli Etruschi (vedi La matematica nell’arte)

(2007) Carroll, Calvino e Borges, Vacances de l’Esprit di Riva degli Etruschi (vedi La matematica nell’arte)

(2011) L’Opificio di Letteratura Potenziale, Radio3 (vedi Tre colori)

(2014) Alice matematica, GiovedìScienza di Torino (con Davide Riondino)

(2014) Come stanno le cose: il mio Lucrezio, Ritratti d’autore di Misano

(2015) Il canto XII dell’Odissea, Teatro Politeama di Genova

(2015) Il canto XII dell’Odissea, Festival Scali a Mare di Pieve Ligure

(2016) Come stanno le cose. Lucrezio oggi, Primaradio di Torino

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I libri della mia vita (2006)

Damasco è una trasmissione di Radio3 che ogni settimana, dal lunedì al venerdì, invita personaggi italiani del mondo della letteratura, della cultura e della scienza a spiegare i testi che li hanno “folgorati sulla via di Damasco” e sono stati importanti per la loro formazione.

Nella settimana dal 3 al 7 luglio 2006 l’invitato è stato Piergiorgio Odifreddi, che ha parlato di questi libri:

1. La Divina Commedia di Dante Alighieri

2. Introduzione alla filosofia matematica di Bertrand Russell

3. L’idiota della famiglia di Jean-Paul Sartre

4. Idee e opinioni di Albert Einstein

5. Finzioni e Aleph di Jorge Luis Borges

Versione integrale:

I libri della mia vita

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2011

Ogni quattro anni, a Olimpia, la fiamma che verra’ portata dai tedofori fino allo stadio in cui si terranno i giochi viene accesa dai raggi del sole, che convengono nel punto focale di un braciere parabolico.[…]
Iperbole (La Repubblica – 21/12/11)

C’ è un concetto che è il corruttore e l’ ammattitore degli altri. Non parlo del Male il cui limitato impero è l’ etica; parlo dell’ infinito». Così diceva Jorge Luis Borges nelle Metempsicosi della tartaruga, confessando che aveva «desiderato di compilarne la mobile storia». Impresa impossibile, perché quella storia coincide in gran parte con la storia del pensiero […]
Infinito (La Repubblica – 4/12/2011)

I sing the body electric, cantava Walt Whitman nel 1867. Il verso era un’aggiunta tarda alle sue Foglie d’erbae pagava un tributo di facciata all’elettricità. Come, d’altronde, aveva già fatto nel 1818 Mary Shelley in Frankenstein, o il moderno Prometeo, infondendo la vita al suo mostro attraverso una scossa elettrica, appunto. Un secolo dopo Whitman, il suo verso ha raggiunto una certa popolarità grazie a due opere omonime […]
Il pensiero artificiale (La Repubblica – 1/12/2011)

SEMBRA proprio che i disfattisti che annunciavano la fine del mondo per il 20 dicembre 2012, si siano sbagliati per eccesso di ottimismo. Le calamità naturali di questi giorni, dalla Thailandia all’ Italia, unite alle crisi economiche e politiche mondiali, fanno infatti sospettare che il momento della resa dei conti risulti essere ormai imminente. E, addirittura, che possa arrivare oggi stesso! […]
Il fascino del numero perfetto (La Repubblica – 11/11/11)

La notte del 29 maggio 1832 Evariste Galois, fondatore dell’ algebra moderna, scrisse furiosamente il suo testamento spirituale, in cui riassunse le sue scoperte a futura memoria. Sui margini annotò tragicamente e più volte: “Non ho tempo!”. La mattina una carrozza lo prelevò per portarlo in una pineta per un duello. Ferito, venne abbandonato sul campo. Lo raccolse un contadino che lo portò in ospedale, dove morì il giorno dopo. Non aveva ancora compiuto ventun anni […]
Evariste Galois, equazioni e duelli (La Repubblica – 25/10/11)

L´annuncio che l´esperimento opera effettuato tra il Cern di Ginevra e il laboratorio del Gran Sasso aveva misurato una velocità dei neutrini superiore a quella della luce, ha messo in subbuglio il mondo intero, scientifico e non. Si è parlato in particolare di violazione della teoria della relatività di Einstein, e di anomalia che mette in crisi il paradigma corrente della fisica. Per cercare di capirne qualcosa di più abbiamo intervistato Sheldon Glashow […]
Lo scettico del super neutrino. “Ecco perché dubito dei calcoli del Cern” (La Repubblica – 8/10/11)

L’ annuncio del Cern della velocità superluminale dei neutrini ha scatenato accese discussioni sulle possibili conseguenze epistemologiche dell’ormai famoso esperimento. In particolare, si è ripetuto fino alla noia che, se il risultato venisse confermato, ci troveremmo di fronte alla necessità di un “cambio di paradigma”: un’espressione riempie la bocca e che allude alle opinioni filosofiche espresse da Thomas Kuhn cinquant’anni fa, nel suo libro La struttura delle rivoluzioni scientifiche. […]
Lo scettico del super neutrino. “Siamo entrati nel dopo-Einstein?” (La Repubblica – 2/10/11)

Tutti conoscono il premio Nobel, che ogni anno viene assegnato a Stoccolma per la letteratura, la fisica, la chimica, la medicina e l’ economia, e a Oslo per la pace. Ma pochi conoscono il premio Templeton, che sempre ogni anno viene assegnato a Londra per “eccezionali contributi all’ affermazione della dimensione spirituale della vita”. […]
Vi spiego come la fisica convive con la mia fede (La Repubblica – 4/10/11)

Chi abbia visto una volta Cédric Villani, difficilmente lo dimentica. E chi lo veda senza conoscerlo, può facilmente scambiarlo per un baronetto uscito da un romanzo di Jane Austin: non solo per il suo aspetto fisico e i suoi lunghi capelli lisci, ma anche per il suo singolare abbigliamento, che consiste sempre di giacca e panciotto, una colorita cravatta Lavallière e una vistosa spilla a ragno. […]
Innamorati delle nostre teorie noi matematici mentiamo sempre (La Repubblica – 26/9/11)

Non vedi quanto più veloci e lontano devono andare, e percorrere una maggiore distesa di spazio, nello stesso tempo che i raggi del Sole riempiono il cielo?”. A parlare è Lucrezio, nel suo capolavoro La natura delle cose, riferendosi ai simulacri che fluiscono di continuo e in ogni direzione sulla superficie delle cose, e producono le impressioni visive negli occhi degli osservatori. Ma a parlare potrebbe anche essere il portavoce del Cern […]
Tra Lucrezio e Einstein (La Repubblica – 23/9/11)

Chiunque di noi conosce la grafite, il materiale di carbonio usato per le mine delle matite. La sua stratificazione fa si’ che, sfaldandosi quando si sfrega sul foglio, lasci le tracce che costituiscono appunto la scrittura a matita. Fino a qualche mese fa, invece, quasi nessuno di noi conosceva il grafene costituito sostanzialmente da un solo starto di grafite. A portarlo alla ribalta e’ stato il premio Nobel per la fisica assegnato nel 2010 a Andre Geim e Konstantin Novoselov […]
Ho vinto il Nobel per la fisica grazie ai segreti di una matita (La Repubblica – 19/9/11)

Si pensa spesso che le culture scientifica e umanistica siano contrapposte nei metodi e nelle finalità. Ma questi pregiudizi diffusi vengono messi profondamente in crisi dalla constatazione che scienza e arte, e cioè le rispettive punte di diamante delle due culture, sono visioni complementari e non contraddittorie del mondo, sia esterno che interno. La prova più esplicita della compatibilità fra scienza e arte si trova nella matematica […]
Il genio matematico da Boulez a Coetzee (La Repubblica – 23/6/11)

Molti amano il fosforo della sua intelligenza spregiudicata, altri temono lo zolfo del suo anticlericalismo severo e sarcastico. Matematico, saggista e alfiere della laicità, Piergiorgio Odifreddi domani sera alle 19 aprirà il festival culturale cagliaritano Leggendo Metropolitano tenendo al Bastione Santa Croce la lectio magistralis “Tra fede e ragione scelgo la ragione”. […]
Il Papa torni in Palestina: in fondo tutto nasce lì (L’Unione Sarda – 1/06/11)

Un saggio di Bellos mostra come, dall’abaco alle tabelline, lo sviluppo dell’uomo sia legato al saper contare. Il sistema oggi in vigore in Occidente è stato “inventato” in India nel V secolo e poi tramandato dagli arabi agli europei. Risultati geometrici, astronomici e architettonici molto importanti sono stati raggiunti da vari popoli in epoche e luoghi diversi. […]
I grandi numeri della civiltà. Così abbiamo imparato a fare i nostri calcoli (La Repubblica – 23/02/11)

Ho letto con interesse l’intervista rilasciata dal neo cardinale Gianfranco Ravasi nello scorso numero de “L’espresso”. Un interesse che riservo sempre alle parole scritte o orali del “monsignore”, come sono abituati a chiamarlo coloro che lo conoscono da prima che fosse promosso dall’Ambrosiana al Vaticano. Naturalmente, ognuno di noi ha il suo ruolo, e cerca di svolgerlo al meglio. […]
Cardinale, parli con noi atei (L’Espresso – 16/02/11)

Nel suo celebre e surreale racconto Pierre Menard, autore del Chisciotte Borges proponeva di ravvivare la letteratura basandosi sulla tecnica dell’ anacronismo deliberato e delle attribuzioni erronee: «Questa tecnica, di applicazione infinita, ci invita a scorrere l’ Odissea come se fosse posteriore all’ Eneide, e il libro Le jardin du Centaure di Madame Henri Bachelier come se fosse di Madame Henri Bachelier. Questa tecnica popola di avventura i libri più calmi» […]
I numeri della letteratura: quando la matematica ci aiuta a leggere Kafka (La Repubblica – 21/01/11)

Nella sua Autobiografia, Charles Darwin narra: «Fino all’età di trent’anni, o poco più, la lettura dei poeti più diversi mi dava un gran piacere. Ma già da molti anni non posso sopportare di leggere nemmeno un rigo di versi: recentemente ho cercato di leggere Shakespeare, ma l’ho trovato così insopportabilmente pesante da trarne disgusto» […]
L’evoluzione del più forte e il darwinismo sociale secondo Strindberg (La Repubblica – 7/01/11)

Ogni nuovo anno porta con sé innumerevoli anniversari. Uno dei più significativi del 2011 è sicuramente il centenario del modello atomico, che ha cambiato la nostra percezione del mondo ed è entrato a far parte del nostro immaginario. Lo dimostra il fatto che ancor oggi, dai libri di testo per le scuole ai logo delle organizzazioni nazionali o internazionali, l’atomo si rappresenta come lo pensò per la prima volta Ernest Rutherford nel 1911 […]
L’anno dell’atomo (La Repubblica – 2/01/11)

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Il turista matematico (Repubblica e Domani)

2021

Robert Musil incarna il conflitto tra scienza e umanesimo (19/08/21)

Ci vuole un architetto per costruire una capitale (13/08/21)

A San Pietroburgo, dove tutto è un problema di Prospettiva (6/08/21)

Un buen dia a Macondo, la città immaginaria di Garcia Marquez (30/07/21)

Sulle tracce di Hemingway tra le isole nella corrente (23/07/21)

2016

Darwin, Borges e Garibaldi nella terra degli spazi vuoti (20/09/16)

In bicicletta lungo il Danubio, rincorrendo la teoria del caos (1/09/16)

Cuba, l’isola non allineata alla geometria delle Antille (24/08/16)

E’ Manhattan la geometrica città ideale di Cartesio (22/08/16)

Le formule dei quaternioni nascoste sui ponti di Dublino (17/08/16)

2015

Guerra e pace negli angoli di casa Tolstoj (29/08/15)

Il regno magico dove la felicità è puro calcolo (19/08/15)

Calcolando i canali pitagorici di Amsterdam I e II (14/08/15)

La storia del pianeta comincia dal fattore K-T (10/08/15)

2014

Sotto il cielo di Gandhi a misurare atomi e spirito (8/08/14)

Il Monte Athos e il calendario che ha perduto tredici giorni (5/08/14)

Sull’Himalaya dove lo scontro tra le montagne generò Buddha (2/08/14)

Un euclideo di fronte all’imperatore (29/07/14)

Cambogia dove i numeri sono angeli (26/07/14)

L’intera serie si può leggere anche sul sito Repubblica.it

2013

L’isola dimezzata (22/08/13)

Le zattere di pietra (20/08/13)

In viaggio con Darwin (15/08/13)

Il computer di Iside (7/08/13)

Così Talete scoprì il teorema della piramide (6/08/13)

2012

Gerusalemme rivelata (L’Espresso – 8/11/12)

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La matematica nell’arte (2007)

Dal 21 al 24 aprile 2007 Odifreddi ha tenuto a Riva degli Etruschi, nell’ambito delle Vacances de l’Esprit, una serie di 6 lezioni intitolate La matematica nell’arte, sui legami fra matematica e letteratura, musica e pittura .

0. Intervista introduttiva

1. Matematica e letteratura

2. Tre casi di studio: Carroll, Calvino e Borges

3. Conferenza-concerto con il maestro Roberto Cognazzo

4. Matematica e musica

5. Matematica e pittura

6. La geometria dell’alfabeto

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