Piergiorgio Odifreddi è un intellettuale che non si è mai sottratto al confronto, anche quello più franco e ruvido. Anche per questo è una voce che merita di essere ascoltata a proposito della compressione della libertà di espressione e parola che sembra aumentare dalle nostre parti. Nel suo ultimo libro, C’è del marcio in Occidente, il celebre matematico affronta gli eccessi del politicamente corretto: molti li condannano, ma pochi li combattono davvero. Professore, nei giorni scorsi il suo collega Richard Dawkins – per altro un polemista con una verve molto simile alla sua – è stato censurato da Facebook per aver criticato duramente la scelta di fare boxare Imane Khelif con le donne. Come ha preso lei questa notizia?
Le società occidentali sono deboli, e per questo soffrono il dissenso (La Verità, 17/08/24)
«Sa perché la matematica è considerata da molti studenti la bestia nera? Perché, a differenza di altre materie, non consente di barare. Però, piaccia o no, la matematica è ovunque». Il professor Piergiorgio Odifreddi, già docente di logica matematica in Italia e negli Stati Uniti, scrittore e divulgatore scientifico, spiega così l’amore (di pochi) e l’odio (di tanti) per questa materia, che oggi più che in passato offre interessanti applicazioni in diversi campi e sbocchi professionali allettanti. Inutile dire che i circa sessanta partecipanti al corso dal titolo “Vacanze pitagoriche”, organizzato a Soprabolzano dall’imprenditore altoatesino Federico Giudiceandrea, appartengono al primo gruppo.
A Soprabolzano con Odifreddi: “La matematica è ovunque” (Alto Adige, 26/07/24)
La timidezza e l’arroganza sono aspetti caratteriali degli individui, che si riflettono anche nelle loro opere e nei loro pensieri. La matematica ha manifestato il massimo della propria arroganza intellettuale a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, quando venne intrapreso un progetto faraonico, nello stile della torre di Babele: si trattava di costruire un sistema assiomatico onnicomprensivo, nel quale sarebbe stato possibile dimostrare tutte e sole le verità matematiche. Il progetto di questo sistema fu sviluppato in Germania da Gottlob Frege nel 1884, e in Inghilterra da Bertrand Russell e Alfred North Whitehead tra il 1910 e il 1914.
La lezione di timidezza di Godel e Turing (La Stampa, 7/06/24)
Forse ci voleva un imam per far scoprire agli italiani, e ai torinesi in particolare, il valore della laicità! Da quando Brahim Baya ha officiato una preghiera islamica nell’Università di Torino occupata, c’è stata infatti una levata di scudi universale. La ministra dell’Istruzione, il presidente della Regione, i rettori dell’Università e del Politecnico, professori e giornalisti di varia provenienza: tutti si sono stracciati le vesti. Su questo stesso giornale, Elena Loewenthal ha parlato di «tempio della laicità violato», e Vladimiro Zagrebelsky della laicità come «carattere fondamentale della Repubblica nel suo insieme e in ogni sua articolazione». Sarà. Ma, da ex-radicale della prim’ora, mi viene da domandarmi quale significato diano alla laicità tutti questi suoi ardenti difensori dell’ultima ora.
Chi contesta l’imam intende la laicità a senso unico (La Stampa, 27/05/24). Vedi commenti qui e qui.
La mia prima reazione alla notizia che Benigni concelebrerà con Bergoglio è stata un sobbalzo sulla sedia. Che la trama del film Il Pap’occhio sia diventata realtà? Che il papa abbia davvero convocato un comico (il regista Arbore nella finzione del 1980, l’attore Benigni nella realtà del 2024) per inscenare uno spettacolo per la televisione vaticana? Che il Padreterno stia veramente preparandosi a intervenire, arrivando con una Panda targata “Paradiso 0001” in Piazza San Pietro, come d’altronde già fa regolarmente il suo attuale vicario? Che Benigni rischi alla fine di essere inghiottito dall’Inferno, dopo aver troppo giocato con il fuoco dell’aldilà nelle conferenze-spettacolo del tour Tutto Dante?
Benigni imborghesito e l’Angelus con il papa (La Stampa, 17/05/24). Vedi un commento qui.
“La vera differenza? Parla un linguaggio che capiamo anche noi e soprattutto fa i compiti che dovremmo fare noi». Il soggetto è l’intelligenza artificiale, a introdurla Piergiorgio Odifreddi; a sorpresa un matematico “un po’ antitecnologico”, soprattutto se si parla di social network. E convinto che la scienza nulla tolga alla poesia, «anzi, aggiunge». Cenni e digressioni raccolti in un’intervista telefonica, a partire dal tema al centro della lectio magistralis in programma nella sala convegni Diana dell’Università Cattolica di Piacenza. A ospitarla il Fol in Fest.
L’Intelligenza Artificiale? E’ nata nel mio stesso anno, e io mi diverto a osservarla dal di fuori (Il Piacenza, 17/05/24)
Io non mi sono mai impegnato molto direttamente in politica, eccetto in un paio di momenti cruciali: negli anni ’70 con i radicali, nel momento delle battaglie sui diritti civili, e nel 2008 con il neonato Pd di Veltroni, che mi coinvolse con tanti altri nel tentativo di creare un nuovo soggetto politico di sinistra. Anche l’attuale mi sembra un momento cruciale, e non soltanto nella vita del nostro paese, ma dell’Europa intera. Visto l’appiattimento delle forze politiche tradizionali su posizioni belliciste e filoatlantiste, la lista proposta da Santoro mi sembra l’unica a mettere la pace al centro del proprio programma. Io l’ho vista nascere nel corso dell’anno passato, e ho avuto l’onore e il piacere di parlarne con Santoro fin dagli inizi: la mia candidatura è stata dunque una conseguenza naturale.
Cinque domande ai candidati (Cuneodice.it, 15/05/24)
In una competizione basata sulle preferenze, avere in lista personaggi noti al grande pubblico può essere un vantaggio. Santoro, ad esempio, ha chiamato in squadra il vignettista Vauro Senesi, il matematico Piergiorgio Odifreddi e l’attore Paolo Rossi, oltre al segretario di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo e allo scrittore filoputiniano Nicolai Lilin.
Elezioni: il gran bazar (La Stampa, 1/05/24)
L’inedita proposta elettorale “Pace, Terra, Dignità” per le elezioni europee di giugno, nata da un progetto politico di Michele Santoro e Raniero La Valle, è in fase di raccolta firme anche nella provincia di Cuneo, al fine di poter formalmente depositare la candidatura a inizio maggio. Per l’occasione abbiamo posto al conosciutissimo matematico e saggista cuneese alcune domande inerenti la sua “avventura” politica.
Intervista sulle elezioni europee e la lista Pace, Terra, Dignità (Targato.CN, 6/04/24)
Si definisce «apartitico», dal tempo in cui ha lasciato il Pd («Molti anni fa»), in cui era entrato «quando Veltroni lo fondò». Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico e saggista, domenica sarà nella sua Cuneo, a un incontro (alle 18, sala Cdt), come candidato alle Europee dell’8 e 9 giugno, nel collegio Nord-Ovest della lista «Pace Terra Dignità». Quella presentata da Michele Santoro, per la quale è in corso la raccolta firme (a Cuneo e Mondovì ).
Odifreddi candidato con Santoro: “Resto apartitico, condivido le idee” (La Stampa, 5/04/24)
Per combinazione, Alessandro Di Battista mi ha inviato il manoscritto di questo libro mentre ero in partenza per la Russia. L’ho letto in viaggio tra Tallinn e San Pietroburgo, perché in seguito alle sanzioni da due anni non ci sono più voli diretti tra i Paesi europei e la Russia: chi vuole recarvisi deve giocare di sponda, per esempio con la Turchia, o strisciare per terra, come ho fatto io. Anche superare il confine non è immediato, perché il ponte di collegamento tra l’Estonia e la Russia è chiuso al traffico. Bisogna prendere un mezzo fino al confine estone, passare il ponte a piedi e tra i fili spinati, e poi prendere un altro mezzo dal confine russo a San Pietroburgo.
Evitiamo gli inganni, da Gaza a Mosca (Il Fatto Quotidiano, 26/03/24)
“Cuneo è una città matematica: anzi, geometrica. é un triangolo isoscele, per la precisione, con la punta verso Torino e la base mobile, che si allarga”. Parola di Piergiorgio Odifreddi, professore, ora in pensione, di logica matematica all’Università di Torino e negli Stati Uniti, oltre che celebre divulgatore, nato a Cuneo nel 1950. “Quando ero ragazzo io, la base del triangolo era in Corso Dante, poi è arrivata in Piazza d’Armi, e ora è quasi a San Rocco”. Lo dice con una punta di malinconia: “Io vorrei che Cuneo non crescesse troppo, altrimenti rischia di perdere la sua identità”.
Cuneo è in crescita, ma spero non perda la sua identità (Idea, 14/03/24)
Caro ministro Sangiuliano, ho letto con interesse il suo bell’articolo pubblicato martedì su
queste pagine, “Ecco perché sono un anticomunista”, apprezzando anzitutto lo stile argomentativo e le interessanti citazioni. Lo dico senza ironia, e lo preciso a scanso di equivoci, visti i tempi. Premetto che non posso che essere d’accordo, quando lei ci stimola ad essere non antifascisti O anticomunisti, a seconda della propria storia e del proprio schieramento politico, ma antifascisti E anticomunisti.
Anticomunista? No, anticolonialista! (La Stampa, 1/02/24)
È uomo controvento. Convive con l’abisso del nulla, ragiona di infinito, è fieramente orfano di fede. E dire che Piergiorgio Odifreddi è nato in una città che non lo aveva capito: lo voleva prete e lo ha reso ateo, gli stava apparecchiando un posto da geometra quando lui già pensava alla teoria della calcolabilità. Erano gli anni che tra la vita e la morte, cantava qualcuno, si sarebbe scelto l’America. Ma vuoi che uno che si prepara a diventare Odifreddi si metta a fare la conta tignosa di un sogno solo? Due anni oltreoceano a studiare logica matematica e poi in Russia, dove finisce in mezzo a una trama distopica, da guerra fredda.
Vi racconto la mia Cuneo (La Stampa, 20/01/24)