Quest’anno “Scrittori in città” compie 25 anni, e festeggia metà di un giubileo. Giubiliamo tutti insieme, dunque, anche se l’etimologia di “giubileo” non ha nulla a che fare con il giubilo. Piuttosto, deriva dall’ebraico “yovel”, che significa “montone”: per annunciare l’inizio dell’anno giubilare si usava infatti un corno di montone, e il nome deriva da lì. Non credo che all’apertura della manifestazione a Cuneo qualcuno suonerà letteralmente uno squillo di corno di montone, ma almeno qualche metaforico squillo di tromba ci sarà. In particolare, a me è stato affidato il compito di annunciare urbi et orbi la Buona Novella della matematica, che può dire la sua su qualunque numero: 25 e 50 compresi.
Do i numeri per festeggiare (La Stampa, 15/11/23)
Ho incontrato Sergio Staino solo un paio di volte, ma avevamo in comune il fatto di essere entrambi presidenti onorari dell’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, insieme a Margherita Hack e a un’altra mezza dozzina di persone. Anche se, come avrebbe detto Tolstoj, «tutti i credenti credono allo stesso modo, ma ciascun non credente non crede a modo suo». Lui, per esempio, credeva che Gesù fosse realmente esistito. Ovviamente non lo considerava una divinità, ma lo riteneva «la più bella figura storica che avesse mai incontrato».
Staino, il mio compagno laico (La Stampa, 23/10/23)
Piergiorgio Odifreddi è un logico, e un uomo di spirito. «Non immagina che vita infernale, in un mondo insensato come il nostro», dice. Il suo nuovo libro A piccole dosi è difficile e indispensabile: segue dal precedente, Pillole matematiche, con cui ci metteva la matematica in tasca, spiegandocene i teoremi fondamentali, le applicazioni, e mostrandoci che reggono tutto, dalla fisica ai romanzi. A piccole dosi fa un passo più avanti e ci porta nella matematica pura, quella astratta e creativa, che non sempre ha applicazioni.
La matematica mi ha svelato la verità (Tuttolibri, 21/10/23)
Al termine della sua intervista di ieri al Financial Times il governatore della Banca d’Italia ha accennato a uno dei problemi della scuola italiana, lamentando il basso utilizzo del tempo pieno e la conseguente bassa incidenza dell’insegnamento nell’educazione. Un mese fa a Trieste aveva già affrontato più ampiamente lo stato di salute della scuola, rilevando il basso livello di apprendimento e di competenze rispetto ad altri paesi europei, e la bassa percentuale di studenti che terminano i corsi di studio universitari.
Visco, il tempo pieno e la scuola senza fondi (La Stampa, 9/10/23)
Nell’omelia di San Giovanni, l’arcivescovo di Torino ha presentato una visione della città, del Paese e del mondo moderno a metà tra il futurista e l’arcaico, perfettamente in linea con il papato di Francesco. Da un lato ci sono analisi (nel primo caso della tecnologia, nel secondo dell’ambiente e del clima) che sono in larga parte condivisibili e condivise. Dall’altro lato ci sono invece proposte di soluzioni (ispirate a Giovanni Battista o Gesù di Nazaret) che appaiono e sono anacronistiche e fuori del tempo.
Soluzioni facili a problemi difficili (La Stampa, 25/05/23)
Nel suo intervento al Concertone del 1 maggio, Carlo Rovelli ha esposto in maniera efficace e concisa le ragioni della pace. Ha solo sbagliato la cifra relativa alla spesa mondiale annuale per gli armamenti, parlando di due trilioni di dollari. In realtà, e per fortuna del mondo intero, non si spendono due miliardi di miliardi l’anno per le armi, ma “solo” duemila miliardi. Ma questo è secondario, e comunque si tratta di cifre difficili da visualizzare per chiunque, fisici e matematici compresi. Per farsene un’idea, 2800 miliardi di euro è l’ammontare del debito pubblico italiano.
Per costruire una nuova pace serve una nuova Onu (La Stampa, 8/05/23)
Nelle ultime settimane l’Intelligenza Artificiale è affiorata nel dibattito pubblico, in seguito all’esplosione di Chat Gpt. Ma in realtà il dibattito al proposito è vecchio come il mondo, letteralmente, perché il problema teorico ha di molto preceduto le sue realizzazioni pratiche. Nel mito di Pigmalione, per esempio, lo scultore crea la statua di Galatea, e finisce per innamorarsene.
L’Intelligenza Artificiale ci sta superando, darà vita a una nuova specie (La Stampa, 5/03/23)
Nel dibattito sulla tradizione che la destra starebbe strappando alla sinistra interviene Piergiorgio Odifreddi, 73 anni, già professore ordinario di Logica matematica all’Università di Torino e divulgatore scientifico con libri come Grandi lampi di genio. Storie di scienza per ragazzi illuminati (De Agostini) e lo spettacolo su Einstein Il grande racconto dell’astronomia, al Teatro Vittoria di Roma.
La sinistra dimentica le tradizioni (La Stampa, 2/03/23)
Quando incontrai Benedetto XVI per la prima volta, il 13 dicembre 2013, immaginavo che non l’avrei più rivisto, perché sembrava fisicamente fragile e mentalmente prostrato. Lui stesso, quando gli proposi di rivederci per il Natale dell’anno dopo, mi rispose: «Se sarò ancora vivo». Ma quando tornai da lui per la seconda volta, il 15 marzo 2015, lo trovai rinato. Stare lontano dalle preoccupazioni della Curia, evidentemente gli aveva infuso nuove forze. La morte è stata comunque uno dei fili conduttori dei nostri incontri e delle nostre lettere.
Colto, gentile, incompreso: altro che Papa reazionario (La Stampa, 2/01/23). Vedi un commento qui