Se Dante dovesse riscrivere oggi la Divina Commedia non avrebbe che l’imbarazzo della scelta per popolare l’Inferno, ma chi potrebbe ospitare invece nel suo Paradiso?
Dovrebbe cercare le versioni moderne dei santi o dei teologi, dediti a far del bene su questa terra o a comprendere le cose del cielo, e li troverebbe forse negli scienziati applicati o teorici, le cui invenzioni o scoperte ci permettono di vivere meglio la vita e di comprendere meglio il mondo.
E se gli autori dei programmi televisivi dovessero spopolare i talk show dai nani e le ballerine che li affollano, per ripopolarli di giganti dell’intelletto e di acrobati del pensiero, dove manderebbero i loro agenti a reclutarli? Non più alla cerimonia degli Oscar di Los Angeles, ma a quella dei Nobel di Stoccolma, dove ogni anno vengono assegnati i premi per l’economia, la medicina, la chimica e la fisica, o ai quadriennali Congressi Internazionali in cui vengono invece assegnate le medaglie Fields per la matematica.
Poiché ad aspettare che arrivi un nuovo Dante o che le televisioni cambino c’è rischio di invecchiare, Piergiorgio Odifreddi ha collezionato per sei anni, in giro per il mondo, interviste con premi Nobel e medaglie Fields, allestendo un suo personale programma di incontri con cinquanta menti straordinarie che hanno cambiato la scienza e il mondo, e che qui raccontano a un “matematico impertinente” che li solletica e li stuzzica le loro storie, le loro scoperte e i loro pensieri. E di fronte a questa cantata per cinquanta voci e un basso continuo non si può che seguire il consiglio che Albert Einstein diede a proposito della musica di Johann Sebastian Bach: “ascoltare e tacere”.