Dell’infinito hanno pontificato e discusso per millenni le migliori menti, e i peggiori dementi, di ogni categoria intellettuale: artisti e scrittori, teologi e filosofi, scienziati e matematici… Tentare di inseguirli nel loro vagare e brancolare, illudersi di individuare un inesistente filo logico nell’arruffato groviglio delle loro posizioni, non giustificherebbe lo sforzo ed esaurirebbe la pazienza, dell’autore e del lettore.
Nel corso della storia, infatti, molti concetti completamente diversi fra loro sono stati ammassati e nascosti dietro il paravento di un’unica parola. Il polverone che è stato sollevato sull’infinito, e la nebbia in cui esso è rimasto perennemente avvolto, hanno fatto sì che molte diverse accezioni di uno stesso vocabolo venissero scambiate per sfumature di un unico concetto, o confuse come semplici variazioni una dell’altra.
Grazie a Cusano e Cantor, oggi possiamo però affermare che non c’è un solo infinito, al singolare, ma ci sono molti infiniti, al plurale: in senso sia letterale, che metaforico. Cercheremo dunque di strappare la falsa maschera dell’unicità all’infinito, per svelare la vera molteplicità dei suoi volti. Anche se ci limiteremo a dodici di essi, nei quali si manifestano le più diffuse, e fra loro più confuse, accezioni dell’infinito: l’immenso, l’inesauribile, l’illimitato, l’indefinito, l’interminabile, l’incommensurabile, l’irraggiungibile, l’incomprensibile, il transfinito, il trascendente, il trascendentale, l’ineffabile.
In una delle parti dei Miserabili Victor Hugo avvertiva: “questo libro è un dramma, il cui primo personaggio è l’infinito”. La decostruzione del personaggio nelle sue varie facce ci permette di sottoscrivere la stessa avvertenza, sostituendo però la commedia al dramma. Il lieto fine sarà, si spera, la constatazione che un minimo di matematica permette di fare un massimo di chiarezza nel buio di una gran confusione.
Incontri con la Matematica - Castel San Pietro (6/11/20)
GiovediScienza -Torino (24/11/20)
Un giorno da Pecora - Radio1 (2/12/20)
Agorà - Rai3 (8/12/20)
Libreria dei Contrari - Carpi (10/12/20)
CoffeeBreak - La7 (15/12/20)
Due Microfoni - Radio Radicale (17/12/20)
Festival di Libri - Pescara (20/12/20)
Ogni Mattina - TV8 (16/12/20)
Il Posto delle Parole - TRS Radio (30/12/20)
Kilimangiaro - Rai3 (17/01/21)
I fiori blu 2021 (14/05/21)
Festival dell'Innovazione di Camogli (09/09/21)
Festa di Scienza e Filosofia di Foligno (22/04/22)
Odifreddi – logico matematico già professore all’Università di Torino e alla Cornell University – ha aggredito l’infinito e lo ha costretto in un libro di 300 pagine dove è riuscito a mettere anche buona parte della sua eclettica cultura: poesia, letteratura, arte, filosofia, scienza, teologia (atea!) e, naturalmente, logica e matematica.[...]
La Stampa (23/11/20)
Piergiorgio Odifreddi, il famoso matematico, logico e saggista italiano, ateo, ha presentato di recente il suo ultimo libro Ritratti dell’Infinito, dove spiega come questo sia un concetto mutevole, cumulabile, come cioè ci siano numerosi – o forse infiniti – infiniti, e come tutti questi siano, in fondo, una rappresentazione del mondo dell’eterno, e in questo senso infinito, divenire. [...]
L'intellettuale dissidente (24/12/20)
Apro un libro che ricevo dalla Rizzoli, fresco di stampa. Profuma ancora di inchiostro e il titolo è “Ritratti dell’infinito”. Sapevo di questa impresa scientifica, letteraria e artistica, avevo avuto il privilegio di assistere alla sua nascita, durante i mesi del lockdown di questo 2020 ormai al termine, nei quali ognuno di noi ha coltivato il proprio compito Infinito. [...]
Word Fetcher (26/12/20)
Non avendo un inizio e una fine, un discorso sull’infinito si trasforma immediatamente in «una vera e propria rete, trama e ordito da intrecciare per far emergere un’immagine». Così ha lavorato Piergiorgio Odifreddi nell’immaginifico racconto contenuto nel suo ultimo libro: "Ritratti dell’infinito. Dodici primi piani e tre foto di gruppo". [...]
Micromega (9/04/21)
Digitando la parola «infinito» su Google, si ottengono decine di milioni di risultati, molti dei quali rimandano fin da subito alla famosa poesia di Leopardi, intitolata appunto L’infinito. Peccato che Leopardi stesso non credesse all’esistenza dell’infinito, e dicesse esplicitamente nello Zibaldone: «Non solo la facoltà conoscitiva, o quella di amare, ma neanche l’immaginazione è capace dell’infinito, ma solo dell’indefinito». E aggiungesse: «Circa le sensazioni che piacciono per il solo indefinito, puoi vedere il mio idillio sull’infinito». [...]
La Stampa (5/10/21)