Duemila anni fa un uomo guardò alla cultura del futuro, e ne anticipò una buona parte in un’opera visionaria e avveniristica: l’uomo era il poeta Lucrezio, l’opera il poema De rerum natura. Tutte le grandi teorie scientifiche di oggi (l’atomismo fisico-chimico, il materialismo psicologico, l’evoluzionismo biologico) sono esposte e difese nei suoi canti. Tutte le grandi superstizioni umanistiche di ieri (la filosofia non epicurea, la letteratura non realistica, la religione non deista) sono criticate e attaccate nelle sue invettive.
Il De rerum natura costituisce dunque, allo stesso tempo, un’opera di divulgazione scientifica e una testimonianza laica: esattamente le due chiavi di lettura del mondo alle quali ha legato il suo nome anche il “matematico impertinente” Piergiorgio Odifreddi. Ma allora chi meglio di lui potrebbe condurre il lettore nei meandri del poema antico, e mostrare che la scienza moderna è in larga misura una serie di postille a Lucrezio?
Come stanno le cose affianca a una nuova traduzione in prosa del capolavoro di Lucrezio un commento illustrato di Odifreddi che ne mostra le connessioni ideali o fattuali con l’intera cultura, umanistica (letteratura, filosofia, arte) e scientifica (fisica, chimica, biologia). Si scopre così che le parole di un letterato classico e i pensieri degli scienziati contemporanei convergono nell’offrire una grandiosa visione del mondo. Una visione secondo la quale l’uomo è legato biologicamente a tutti gli esseri viventi, perché condivide i loro stessi geni. È legato chimicamente a tutti gli oggetti terrestri, perché condivide le loro stesse molecole. Ed è legato fisicamente a tutte le cose della Natura, perché condivide i loro stessi atomi.
Lucrezio ci mostra che la struttura del mondo fisico è comprensibile, e che la si può capire senza bisogno di invocare sovrastrutture metafisiche o superstizioni religiose. E Odifreddi ci offre una versione moderna, divulgativa nella forma e aggiornata nei contenuti, di uno dei più grandi libri che siano mai stati scritti: un vero e proprio Vangelo del pensiero razionale, da leggere semplicemente per piacere, ma anche da consultare curiosamente per sapere Come stanno le cose.
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Anteprima RCS
Pane Quotidiano - Rai3 (26/09/13)
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Premio Merck - Roma (14/07/14)
Epicuro.org (11/01/19)
Festa di Scienza e Filosofia - Foligno (13/04/24)
Ricco di immagini e grafici, scritto in vari colori, l’ultimo libro di Piergiorgio
Odifreddi appare a prima vista come un rebus. Ma è l’autore stesso a
sciogliere la domanda su cosa nasconda il progetto: «Un libero adattamento
in prosa dell’intero De rerum natura di Lucrezio, insieme a una
scelta antologica dei brani più significativi, e un piccolo apparato di introduzioni
e note che ne evidenzino le formidabili intuizioni scientifiche
». [...]
La Repubblica (18/09/13)
Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere di Piergiorgio Odifreddi è un libro bellissimo: una geniale e didatticamente efficacissima versione commentata e riccamente illustrata del De rerum natura. Il passo in esergo di Primo Levi e le dediche dicono chiaramente perché è urgente tornare a Lucrezio, al suo illuminismo e alla sua battaglia contro l'incantamento magico-superstizioso del mondo e ogni fanatismo religioso.[...]
Qfwwwfq (1/09/13)
Quanti segreti diversi possono celarsi nella poesia piu' grande? nel 1417 l'umanista firentino Poggio Bracciolini scova una copia del De Rerum Natura, lo straordinario poema di Lucrezio dimenticato da millenni in un monastero tedesco; am non immagina certo l'influenza che il piccolo testo consunto che teneva tra le mani avrebbe avuto.[...]
Il Sole24Ore (15/09/13)
Quanto avete sofferto, a scuola, per il latino? E quanto avete odiato le intraducibili versioni del "De Rerum Natura" di Tito Lucrezio Caro? Beh, ravvedetevi. Il nuovo libro di Piergiorgio Odifreddi ("Come stanno le cose: il mio Lucrezio, la mia Venere") vi farà amare il capolavoro del poeta romano. [...]
Oggi (27/08/13)
l professor Odifreddi ci ha abituato alle sorprese e questa, inutile negarlo, lo è stata senz’altro. La mia prima reazione alla notizia dell’uscita di una sua traduzione commentata del De rerum natura di Lucrezio è stata, lo confesso, di perplesso stupore. Appartenendo a quella specie in via d’estinzione che sono gli studiosi di filologia classica, ho sempre associato l’atto del tradurre dal latino alla competenza linguistica e filologica, che non sapevo, fino a questo momento, di poter associare a Piergiorgio Odifreddi. [...]
Query (19/09/13)
Ho letto tutto d'un fiato il bellissimo e denso articolo di Carlo Rovelli apparso sulla «Domenica» dello scorso 15 settembre. L'articolo aveva principalmente lo scopo di segnalare l'uscita di un libro destinato, per le sue caratteristiche, a suscitare grande curiosità: il De rerum natura di Lucrezio tradotto, commentato e "attualizzato" da Piergiorgio Odifreddi. L'articolo di Rovelli, però, è molto di più che una semplice recensione. È un'accorata seducente incitazione a innamorarsi di Lucrezio.[...]
Il Sole24Ore (29/09/13)
Sono senza parole di fronte a questa meravigliosa impresa di Piergiorgio Odifreddi: ridare vita al De rerum natura di Lucrezio: con una nuova traduzione in prosa e con un commento che mostra i legami dell’opera lucreziana con la cultura e con la scienza contemporanea.[...]
Uaar (10/13)
Il “De rerum natura” di Lucrezio ha folgorato sulla strada della razionalità filosofica contrapposta alle illusioni e paure religiose Piergiorgio Odifreddi, che lo ha tradotto in prosa accompagnando ogni pagina con un suo articolato commento a fronte, dove sottolinea l’attualità delle grandi intuizioni scientifiche contenute in questo poema, che definisce il «più elevato canto mai intonato da un uomo alla scienza e alla ragione».[...]
Letteratu (11/10/2013)
Siamo abituati a stupirci maneggiando libri, in particolar modo quando ci si aspetta un libro, con una veste grafica e un contenuto ben precisi e invece si presenta ai nostri occhi tutt’altra situazione. E’ il caso della lettura, piacevole, confortante e distensiva, del libro di Piergiorgio Odifreddi, Come stanno le cose, il mio Lucrezio e la mia Venere (Rizzoli, 2013). Una riscrittura in prosa del poema di Lucrezio, De Rerum Natura. Odifreddi offre all’uomo moderno, con spontaneità dilinguaggio e grande saggezza, uno sguardo differente sul poema, una modalità di approfondimento a dir poco attuale.[...]
Micromega (18/10/13)
Come stanno le cose di Piergiorgio Odifreddi è metà una traduzione in prosa del De rerum natura e metà schede monopagina di approfondimento scientifico su alcuni pezzi dell’opera. Lo scopo dell’opera è dichiarato nell’introduzione: riproporre il poema di Lucrezio corredandolo di «un piccolo apparato di note che ne evidenzi le formidabili intuizioni scientifiche», cercando di «mostrare come nel De rerum natura si possano trovare innumerevoli assonanze con idee scientifiche moderne, quando non vere e proprie anticipazioni.»[...]
Bibliotecarbaro (23/09/13)
Quale mai poteva essere l’opera della classicità capace di destare l’interesse di un matematico? Al di là dei fondamentali e apprezzabili ma – diciamolo – poco artistici Elementi di Euclide, la scelta è quasi obbligata: il De rerum natura di Lucrezio. Non per la matematica in sé (infatti non ne contiene, almeno non in senso stretto), ma sicuramente per la presenza di un metodo di indagine naturalistica che è molto vicino a quello, caro agli scienziati, di Galileo.[...]
The Bottom Up (24/11/13)
Nel suo poema De Rerum Natura Lucrezio dichiara: "Sognando, l'avvocato continua a far cause per il clienti, il militare ad attaccare i nemici, il marinaio a combattere con i venti. Io, invece, sogno di indagare la natura delle case, di comprenderla e di spiegarla in un libro intitolato La natura delle cose"[...]
Il Corriere della sera (5/12/13)
Domenica 12 giugno si è tenuto, presso il teatro comunale di Carpi, uno spettacolo del matematico e divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi, accompagnato dall'attrice Irene Ivaldi e dal violoncellista Lamberto Curtoni, sul "De rerum natura" di Lucrezio. L'autore di "Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere" ha riproposto l'opera del I sec. a. C. in una conferenza scenica, unendo lettura espressiva, lezione magistrale e musica.[...]
Critica Letteraria (25/06/16)
Uno che scrive un libro con questo titolo deve essere un coatto in giacca e cravatta, sicuro. Quel tipo di coatto istruito pronto a dare battaglia al mondo armato di soli slogan come “beati voi che non capite un cazzo”. Il tipo peggiore che ti può capitare di incontrare nella vita: quello che pare sapere tutto, ma che se poi vai a fondo, se poi lo metti alle strette, se poi lo interroghi, lui SA TUTTO VERAMENTE. Dio ce ne scampi e liberi, uno potrebbe dire. Ma la vedo dura perché quel Dio che dovrebbe venire a liberarci è assente nei ragionamenti di Piergiorgio che si basano solo su fenomeni osservati e dati scientifici. [...]
Il libro ignorante (31/01/20)
Si sapeva che Odifreddi fosse interessato a Venere, e potevamo immaginare che avesse simpatia e affinità con la visione del mondo di Lucrezio. Tuttavia l’ultimo libro del “matematico impertinente”, “Come stanno le cose” (Rizzoli), una traduzione commentata del “De rerum natura”, è davvero una sorpresa per la molteplicità dei temi che coinvolge. E vorrei dire subito che è anche (finora) il miglior libro di Odifreddi, senza nulla togliere ai piacevolissimi tre volumi sulla storia della geometria che l’hanno preceduto. [...]
La Stampa (9/09/13)
L'ironia in Lucrezio non difettava. Anche Piergiorgio Odifreddi, il “matematico impenitente”, risulta esserne ben fornito: è anche per questo che il piglio con il quale traduce, spiega e commenta il “De rerum natura” appare estremamente affine a quello del suo autore. In "Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere" non manca certo di “bacchettare” le sue imprecisioni, né di lodarlo quando egli stesso ammette i propri limiti, costruendo una sorta di “collaborazione” a distanza fra antichità e attualità che, se ce ne fosse bisogno, aggiunge nuova linfa alla sua opera. [...]
SoloLibri.Net (30/01/21)
I professori di Latino come il sottoscritto, si sa, sono “rognosi” e spesso preferiscono le zone d’ombra, gli approcci dubbiosi, a quelli più decisamente classificatori degli scienziati. Scienziati cui però dobbiamo – e parlo di Marchetti in primis e ora di Odifreddi – due eccellenti strumenti di interpretazione di un poeta latino tanto complesso quanto sublime. E se Leopardi e Foscolo lessero con trasporto la versione di Marchetti e partendo da quella formularono molte delle loro riflessioni, non escludo che qualcosa di simile possa avvenire alla traduzione di Odifreddi: questa ha infatti tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori mezzi per comprendere "Come stanno le cose" – se non nel mondo – almeno nel testo lucreziano. [...]
La Ricerca (27/10/13)